L’ossimoro di Bandinelli e l’ateo umanista


Pubblicato in Cultura e società e Ateismo e Umanesimo
26 Luglio 2009
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Curio­so arti­co­lo quel­lo di Ban­di­nel­li su ‘Il Foglio’ (23/07/09). Non ho mica capi­to dove vole­va anda­re a para­re, uno che non cono­sce il signi­fi­ca­to di ‘ateo’, e poi cita Hegel. Comun­que, sono d’ac­cor­do sul­la dif­fi­col­tà di sen­so nel­la defi­ni­zio­ne di ateo devo­to. Non tut­ti gli ossi­mo­ri sono inu­til­men­te assur­di, dicia­mo che que­sto assur­do è anche un ossi­mo­ro. O for­se no? No, né ossi­mo­ro né assur­do, e il per­ché è pre­sto det­to: l’a­tei­smo in sé è il sem­pli­ce non cre­de­re agli dèi. Si può dare il caso, dun­que, e se ne sono dati, di per­so­ne non cre­den­ti par­ti­co­lar­men­te osse­quio­se nei con­fron­ti del­l’au­to­ri­tà eti­ca e poli­ti­ca cat­to­li­ca, ad essa appun­to ‘devo­ti’. Né il Ban­di­nel­li, né se è per que­sto la mag­gio­ran­za degli atei ita­lia­ni, han­no chia­ro in testa che la dif­fe­ren­za la fan­no i valo­ri di vita che l’a­teo – una vol­ta appu­ra­to che non cre­de in una divi­ni­tà – sce­glie per diri­ge­re i suoi pas­si, per rela­zio­nar­si, per esse­re feli­ce. Gli atei devo­ti com­met­to­no l’er­ro­re di dare las­si­va­men­te cor­da al Vati­ca­no? Affa­ri loro, per dir­la con il gior­na­li­sta.
Un’i­dea pale­se­men­te scioc­ca e rischio­sa, ma non un ossi­mo­ro, sarà inve­ce per gli atei razio­na­li­sti, e ancor di più per gli atei uma­ni­sti, cioè per i non cre­den­ti che – pari nel man­ca­re di una fede – si distin­guo­no da quel­li ‘devo­ti’ per la deter­mi­na­zio­ne all’au­to­no­mia di pen­sie­ro e il disac­cor­do in con­cre­to su tan­ti temi mal­trat­ta­ti dal­la visio­ne cat­to­li­ca del mon­do.
La dif­fe­ren­za è essen­zia­le, per­ché come si vede non tut­ti gli atei sono ugua­li se non nel­l’as­sen­za degli dèi. Il discor­re­re dei qua­li – sia chia­ro anche al gior­na­li­sta – non è pro­va che esi­sta­no, ché non è ovvia­men­te un dio il ‘neces­sa­rio inter­lo­cu­to­re’, ma chi ci cre­de, né con que­sto ente imma­gi­na­rio si pole­miz­za, ma con la dot­tri­na.
Altri tipi anco­ra ne esi­sto­no, di atei. C’è il nichi­li­sta, l’e­goi­sta, il mene­fre­ghi­sta, il cat­ti­vo, e, sì, anche quel­lo che il Ban­di­nel­li pare sug­ge­ri­re con­fon­den­do­si anco­ra, il custo­de dei più auten­ti­ci valo­ri dell’umanità, una sor­ta di asso­lu­ti­sta spe­cu­la­re al fana­ti­co reli­gio­so. Tut­ti que­sti però non han­no nul­la a che fare con l’a­teo uma­ni­sta, che non è devo­to per prin­ci­pio, né nichi­li­sta, né esclu­si­va­men­te egoi­sta. L’a­teo uma­ni­sta ha a cuo­re que­sto mon­do, e tut­ta­via non impo­ne la visio­ne che sostie­ne, ma la inse­gna, la difen­de, la discu­te e la lascia sce­glie­re, fre­gian­do­si sem­mai di offri­re que­sta liber­tà. E lo con­fer­mo, nel mon­do ci sono una quan­ti­tà di asso­cia­zio­ni di atei, par­te del­le qua­li espli­ci­ta­men­te uma­ni­ste, e disin­vol­te, ma non aggres­si­ve, se non nel sen­so di deci­se a far sen­ti­re anche di sé, a lato del fit­to gro­vi­glio di mes­sag­gi reli­gio­si.

Non ho ben capi­to dove voles­se anda­re a para­re il Ban­di­nel­li, ma se arti­co­li come il suo ser­vi­ran­no a noi atei uma­ni­sti per chia­ri­re – e chia­ri­ri­ci – la que­stio­ne, non sarà sta­to inchio­stro spre­ca­to.