Curioso articolo quello di Bandinelli su ‘Il Foglio’ (23/07/09). Non ho mica capito dove voleva andare a parare, uno che non conosce il significato di ‘ateo’, e poi cita Hegel. Comunque, sono d’accordo sulla difficoltà di senso nella definizione di ateo devoto. Non tutti gli ossimori sono inutilmente assurdi, diciamo che questo assurdo è anche un ossimoro. O forse no? No, né ossimoro né assurdo, e il perché è presto detto: l’ateismo in sé è il semplice non credere agli dèi. Si può dare il caso, dunque, e se ne sono dati, di persone non credenti particolarmente ossequiose nei confronti dell’autorità etica e politica cattolica, ad essa appunto ‘devoti’. Né il Bandinelli, né se è per questo la maggioranza degli atei italiani, hanno chiaro in testa che la differenza la fanno i valori di vita che l’ateo – una volta appurato che non crede in una divinità – sceglie per dirigere i suoi passi, per relazionarsi, per essere felice. Gli atei devoti commettono l’errore di dare lassivamente corda al Vaticano? Affari loro, per dirla con il giornalista.
Un’idea palesemente sciocca e rischiosa, ma non un ossimoro, sarà invece per gli atei razionalisti, e ancor di più per gli atei umanisti, cioè per i non credenti che – pari nel mancare di una fede – si distinguono da quelli ‘devoti’ per la determinazione all’autonomia di pensiero e il disaccordo in concreto su tanti temi maltrattati dalla visione cattolica del mondo.
La differenza è essenziale, perché come si vede non tutti gli atei sono uguali se non nell’assenza degli dèi. Il discorrere dei quali – sia chiaro anche al giornalista – non è prova che esistano, ché non è ovviamente un dio il ‘necessario interlocutore’, ma chi ci crede, né con questo ente immaginario si polemizza, ma con la dottrina.
Altri tipi ancora ne esistono, di atei. C’è il nichilista, l’egoista, il menefreghista, il cattivo, e, sì, anche quello che il Bandinelli pare suggerire confondendosi ancora, il custode dei più autentici valori dell’umanità, una sorta di assolutista speculare al fanatico religioso. Tutti questi però non hanno nulla a che fare con l’ateo umanista, che non è devoto per principio, né nichilista, né esclusivamente egoista. L’ateo umanista ha a cuore questo mondo, e tuttavia non impone la visione che sostiene, ma la insegna, la difende, la discute e la lascia scegliere, fregiandosi semmai di offrire questa libertà. E lo confermo, nel mondo ci sono una quantità di associazioni di atei, parte delle quali esplicitamente umaniste, e disinvolte, ma non aggressive, se non nel senso di decise a far sentire anche di sé, a lato del fitto groviglio di messaggi religiosi.
Non ho ben capito dove volesse andare a parare il Bandinelli, ma se articoli come il suo serviranno a noi atei umanisti per chiarire – e chiaririci – la questione, non sarà stato inchiostro sprecato.