Avvenire, la Birmania, l’etica


Pubblicato in Cultura e società e Religioni e sètte
20 Ottobre 2007
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Spe­di­ta ai mag­gio­ri quo­ti­dia­ni il 03/10/2007 - Caro diret­to­re,
la tra­ge­dia in Bir­ma­nia fa coglie­re il momen­to ad Avve­ni­re per l’en­ne­si­mo sgam­bet­to al mon­do ateo (“Straor­di­na­ria rivol­ta popo­la­re”, 1 cm). “Da bud­di­sta qual è”, scri­ve “que­sto popo­lo sta can­tan­do in manie­ra eroi­ca un suo splen­di­do inno alla liber­tà”, per­ché lot­ta per “affer­ma­re i dirit­ti uma­ni più sacro­san­ti”. Una lezio­ne da non igno­ra­re, “spe­cie noi cri­stia­ni”. Giu­sto, ma per­ché spe­cial­men­te loro? Non susci­ta for­se la mede­si­ma ammi­ra­zio­ne – e sub­bu­glio – in tut­ti colo­ro che abbia­no fat­to pro­pria l’e­ti­ca del rispet­to e del­la giu­sti­zia?

Come per i buo­ni cri­stia­ni e i cre­den­ti di tan­te altre reli­gio­ni, così è infat­ti per gran par­te del movi­men­to ateo, il qua­le oggi si risve­glia cen­tran­do­si sul­l’u­ma­ne­si­mo, filo­so­fia di vita che ha fat­to sua quel­l’e­ti­ca, quei valo­ri e dirit­ti, pur sen­za usci­re dal­la natu­ra.

Eppu­re, non è que­sta la lezio­ne che Avve­ni­re riser­va agli atei uma­ni­sti. Si limi­ti­no essi ad esse­re i soli­ti atei fri­vo­li e scon­si­de­ra­ti, e ricor­di­no la Bir­ma­nia quan­do sen­to­no i loro mae­stri affer­ma­re “mor­te alle reli­gio­ni, natu­ra­li nemi­che del pro­gres­so”. Qua­le cari­ca­tu­ra del­l’a­tei­smo, qua­le pove­ra inter­pre­ta­zio­ne del­l’u­ma­ne­si­mo!
Sor­pren­de la dife­sa del­le ‘reli­gio­ni’, sta­vol­ta, da par­te di chi cre­de che sia il pro­prio dio la fon­te del­l’e­ti­ca, e tut­ta­via non basta! All’Av­ve­ni­re sem­bra man­ca­re il qua­dro gene­ra­le: non solo quel­la tesi è mal sin­te­tiz­za­ta (per evi­ta­re for­se una sere­na, ma dove­ro­sa, auto­cri­ti­ca?), non solo non è tale il mes­sag­gio com­ple­to del­l’u­ma­ne­si­mo ateo di oggi, ma quel­l’e­ti­ca, quei valo­ri e dirit­ti – “ani­ma del­la nostra cul­tu­ra, fon­da­men­to del pro­gres­so” – non sono affat­to esclu­si­va del cri­stia­ne­si­mo, né del­le reli­gio­ni. Essi appar­ten­go­no e deri­va­no dagli esse­ri uma­ni, come tut­ti i tem­pi testi­mo­nia­no e pro­prio oggi ci ricor­da un popo­lo che non è cri­stia­no e non cre­de in alcun dio, e l’in­di­gna­zio­ne del mon­do inte­ro. Sce­glier­li dun­que è segno di matu­ri­tà intel­let­tua­le ed emo­ti­va, non di reli­gio­ne in par­ti­co­la­re.

C’è da chie­der­si se si trat­ta di una bana­le svi­sta, di sem­pli­ce igno­ran­za, o se ogni occa­sio­ne è buo­na – anche que­sta – per fare pre­giu­di­zio e pro­pa­gan­da.