Cattolici moderati e musulmani moderati per la prima volta insieme in chiesa, ieri. Due religioni normalmente rivali unite contro gli estremismi, pur non essendo a loro volta spesso delle estimatrici di democrazia, libertà di scelta e di pensiero.
È un punto importante.
Per arrivare alla società che credono ideale (quella in cui è il proprio dio a dire cos’è il bene, e ad esigerlo) gli serve prima inneggiare uniti a quei valori in quanto valori (oggi irrinunciabili per l’opinione secolare in mezzo a cui cercano di mantenersi in presa), e alla negazione del terrorismo religioso in quanto religioso, sviando sul fatto che il funzionamento di quella fede è esattamente il medesimo, e recitando la parte dei sia-mai-dogmatici (meraviglioso esempio di rovesciamento di senso e di retorica di propaganda).
Detto questo,
che come laici e umanisti non dobbiamo scordare perché sarà successiva occasione di battaglia, facciamo un grosso e sentito applauso ai musulmani moderati che ieri sono andati in chiesa (uscendo dall’ombra e smettendo finalmente con quello strano ‘ma noi non dobbiamo giustificarci’) e ai cattolici che li hanno accolti: sia questa finzione, sia questa soltanto una tregua, lo vedremo. Ma intanto è stato lanciata una serie di messaggi decisivi: l’islam non è tutto terrore, l’islam moderato è oggi disposto a uscire fuori e distinguersi, insieme si può stare, il riferimento sono valori comuni veramente condivisibili.
Messaggi decisivi, perché mediaticamente chiari e innovatori, ma anche perché la stessa lotta fra versioni e interpretazioni ‘ispirate’ sottrae a quella stessa idea di ispirazione, e ad alcuni basterà.
Che poi la dottrina di ciascuno ponga, di quei valori umani, la fonte e il dettato in un dio, questo è certo ma è appunto un problema che in questi frangenti specifici - di camion e coltelli assassini – possiamo (continuare a) affrontare dopo.
Oggi, buona domenica a tutti.