Caro Peppe, ti spiego meglio ciò che pensi. La scienza secondo Ratzinger, la teologia secondo me


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo e Religioni e sètte
30 Settembre 2013
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Ratzin­ger rispon­de con ’11 fit­te pagi­ne’ alle cri­ti­che che Odi­fred­di muo­ve al suo cre­do (in Caro papa, ti scri­vo. Mon­da­do­ri, 2011). Odi­fred­di pub­bli­ca una par­te del­la let­te­ra (Caro Odi­fred­di, le rac­con­to chi era Gesù. Repub­bli­ca onli­ne, 24/09) e pre­an­nun­cia un nuo­vo libro per una con­fu­ta­zio­ne det­ta­glia­ta. In atte­sa, meglio qual­co­sa da leg­ge­re subi­to, a noti­zia fre­sca e inte­res­se del pub­bli­co acce­so. Ecco il mio pun­to di vista.

Illu­stris­si­mo Jose­ph Ratzin… No guar­di, non ce la fac­cio pro­prio a improv­vi­sa­re lusin­ghe nei suoi riguar­di come lei ha fat­to rispon­den­do ad Odi­fred­di. Rischie­rei di sem­bra­re affet­ta­to e sar­ca­sti­co, come è par­so a me. In fon­do lei, Odi­fred­di ed io sia­mo pur sem­pre avver­sa­ri su cose non da poco. Le darò schiet­ta­men­te del tu, dun­que, si sen­ta libe­ro di fare lo stes­so.
Giu­sep­po­ne mio, rispon­do dal mio pic­co­lo pul­pi­to a quel­lo che hai scrit­to da ben altre altez­ze, per­ché – se anche ina­scol­ta­to – pro­prio nun glie­la fac­cio a stam­me zit­to, e a lasciat­te pas­sa’ ‘na vor­ta de più ‘ste quat­tro cose che sei tor­na­to a di’. (Ecco, quan­do m’e­sce de par­la’ roma­no è pro­prio fat­ta). Non solo per­ché inten­do pre­ci­sa­re e cor­reg­ge­re quel­li che con­si­de­ro erro­ri del tuo discor­so, nel­la ver­sio­ne ridot­ta che ci è dato leg­ge­re, ma pro­prio per­ché il tuo di pul­pi­to è tal­men­te alto che ti sen­to­no in tan­ti, trop­pi per non ave­re rispo­sta, e anzi inte­res­se e osse­quio, come spes­so acca­de. Che poi ‘a gen­te ce cre­do­no.

Ed è que­sto per me il pro­ble­ma prin­ci­pa­le: il tuo ragio­na­re è così ingar­bu­glia­ta­men­te erra­to e fazio­so che nutro ben poca spe­ran­za di redi­mer­ti (ter­mi­ne che uso di pro­po­si­to), ma for­se evi­den­ziar­ne i difet­ti aiu­te­rà qual­cu­no dei tuoi fede­li let­to­ri che anco­ra stia impa­ran­do.
In atte­sa del­la pre­an­nun­cia­ta ma post­po­sta lun­ga rispo­sta da par­te del desti­na­ta­rio ori­gi­na­le, dun­que, ecco la mia. Sarò più bre­ve.

Non ti mera­vi­glia­re, caro Pep­pe, di quel­la “cer­ta aggres­si­vi­tà” che hai rile­va­to. Né per ipo­cri­sia né per vit­ti­mi­smo, che sareb­be­ro bas­sez­ze da par­te tua, ma nean­che data la tua e la vostra stes­sa moda­li­tà aggres­si­va di pre­sen­ta­re cer­te tesi, come quan­do attac­ca­te a par­la­re (o anche solo attac­ca­te, se voglia­mo) di inte­ri grup­pi uma­ni come gli omo­ses­sua­li, le cop­pie di fat­to, e sì, que­gli alie­na­ti, peri­co­lo­si non cre­den­ti.
Badia­mo piut­to­sto alle ragio­ni che susci­ta­no tale sen­ti­men­to, non ti pare? Per­ché potreb­be anche esse­re giu­sti­fi­ca­to.

Nel­la sin­te­si del­la let­te­ra non risul­ta­no tue pun­tua­liz­za­zio­ni spe­ci­fi­che in tal sen­so, quin­di non so dire se l’hai solo ‘but­ta­ta là’ riguar­do al libro di Odi­fred­di, io inve­ce non per­do l’oc­ca­sio­ne: quan­do tu dici che sei “pro­fon­da­men­te coster­na­to” per “l’a­bu­so mora­le di mino­ren­ni da par­te di sacer­do­ti”, e che hai “mai cer­ca­to di masche­ra­re que­ste cose” stai dicen­do un’e­nor­me cor­bel­le­ria, com’è evi­den­te dal­le ragio­ni di cro­na­ca ben espo­ste dal­l’O­di­fred­di, e non solo. Se, di fron­te a que­sta ecce­zio­na­le oppor­tu­ni­tà di chia­ri­re pub­bli­ca­men­te cosa hai con­cre­ta­men­te fat­to (e se la sin­te­si non tra­la­scia altre par­ti del tuo pen­sie­ro), liqui­di la que­stio­ne con una bre­ve fra­se che non rap­pre­sen­ta una seria dife­sa a fron­te di dati incon­tro­ver­ti­bi­li, stai pure facen­do una figu­ra di mer­da. Del fat­to che sei coster­na­to c’è allo­ra da dubi­ta­re, ma come mini­mo non ce ne fre­ga un caz­zo. (Man­nag­gia, ‘ste paro­lac­ce. Però capi­sci quan­to ren­do­no l’i­dea? Dam­mi pure del tu).

Un’al­tra cosa.
Ho rilet­to appo­sta il capi­to­lo del libro rela­ti­vo a que­sta tra­gi­ca e col­pe­vo­le que­stio­ne inter­na alla Chie­sa cat­to­li­ca: non c’è trac­cia da par­te del Nostro di una accu­sa per ‘abu­so mora­le’, ma ogni sin­go­lo fat­to ripor­ta­to denun­cia l’a­bu­so “ses­sua­le” dei mino­ri, cioè la vio­len­za fisi­ca, lo stu­pro del cor­po. E se que­sta è una gros­sa man­can­za del testo (l’a­bu­so di auto­ri­tà mora­le è uno degli aspet­ti peg­gio­ri e più tri­sti del­la fac­cen­da), il fat­to che tu inver­ta gli agget­ti­vi ‘mora­le’ e ‘ses­sua­le’ accan­to ad ‘abu­so’ l’u­ni­ca vol­ta che usi que­sta paro­la è a mio avvi­so uno spon­ta­neo, splen­di­do, signi­fi­ca­ti­vo lap­sus (o, se lo hai fat­to appo­sta, hai top­pa­to): da una par­te sem­bre­re­sti voler sor­vo­la­re sul­la deva­sta­zio­ne fisi­ca non pren­den­do­la in cari­co in quan­to tale, dal­l’al­tra evi­den­zi tu stes­so la mostruo­si­tà del van­tag­gio che una figu­ra come il pre­te – con la sua pre­te­sa di par­la­re per con­to di Dio – ha quan­do si occu­pa di bam­bi­ni (e rela­ti­vi geni­to­ri cre­den­ti). Ciò pone un pre­da­to­re ses­sua­le pedo­fi­lo su un pia­no di pote­re tut­to par­ti­co­la­re, in gra­do di faci­li­tar­gli la mani­po­la­zio­ne men­ta­le ed emo­ti­va, pri­ma che fisi­ca, del­le pic­co­le vit­ti­me.
Dev’es­se­re pale­se anche a te, e non puoi limi­tar­ti a par­la­re di gene­ri­che “ricer­che dei socio­lo­gi” per dire il con­tra­rio, devi – pro­prio devi – esse­re mol­to più spe­ci­fi­co (chi? Qua­li? Quan­do? Come?) se vuoi discol­pa­re la tua com­pa­gi­ne. Le tue paro­le resta­no anco­ra una vol­ta trop­po vaghe per risul­ta­re una buo­na dife­sa, e se pote­vi aspet­tar­ti la riso­nan­za che la tua let­te­ra avreb­be avu­to, ribal­zan­do sui media come ha fat­to, man­can­do di appro­fit­tar­ne vie­ne il sospet­to che giu­sti­fi­car­ti oltre in effet­ti tu pro­prio non pos­sa.
A mol­ti pur­trop­po que­sto baste­rà (sal­ta­ti sod­di­sfat­ti sul car­ro dei vin­ci­to­ri ad esem­pio i soli­ti Avve­ni­re e Intro­vi­gne), ma a mol­ti altri non più.
In que­sto sen­so, vedi, anche il fat­to che rimar­chi come “non si dovreb­be pre­sen­ta­re osten­ta­ta­men­te que­sta devia­zio­ne come se si trat­tas­se di un sudi­ciu­me spe­ci­fi­co del cat­to­li­ce­si­mo”, a pro­po­si­to del capi­to­lo di un libro che ver­te esat­ta­men­te, aper­ta­men­te e solo su pro­ble­mi e difet­ti spe­ci­fi­ci del cat­to­li­ce­si­mo, appa­re un (ver­go­gno­so) ten­ta­ti­vo (ulte­rio­re) di mini­miz­za­re la que­stio­ne.

Pri­ma di veni­re agli altri pun­ti, ti devo far nota­re quan­to sia inte­res­san­te già la fra­se di aper­tu­ra (“La teo­lo­gia sareb­be fan­ta­scien­za. A tale riguar­do, mi mera­vi­glio che Lei, tut­ta­via, riten­ga il mio libro degno di una discus­sio­ne così det­ta­glia­ta.”): il fat­to che la teo­lo­gia sia in qual­che modo una “varian­te del fan­ta­sy”, non signi­fi­ca che non si pos­sa inve­sti­re tem­po e inchio­stro per esa­mi­nar­la e sman­tel­lar­ne i con­te­nu­ti, e anzi che far­lo non sia dovu­to, vista l’e­stre­ma dif­fu­sio­ne e la gran­de impor­tan­za che rive­ste anco­ra nel­la vita di tan­te per­so­ne, le qua­li anco­ra cre­do­no che abbia tut­t’al­tro valo­re. Tan­to ovvio è que­sto, che da par­te tua Pep­pe risul­ta quan­to­me­no inge­nuo, se non fur­bet­to, aver usa­to que­sto con­cet­to, per­si­no con iro­nia.
In real­tà, come risul­ta dal­la let­tu­ra del­le tue suc­ces­si­ve argo­men­ta­zio­ni, esso rive­la il regi­stro di tut­to il tuo ragio­na­men­to, impo­sta­to sul­la stes­sa scar­sa qua­li­tà, tan­to che potreb­be basta­re que­sta sola pri­ma fra­se (trac­cia e pre­sa­gio) per per­de­re la voglia e l’in­te­res­se a pro­se­gui­re. E tut­ta­via, caro Pep­pe, come ti dice­vo la que­stio­ne è impor­tan­te, tut­to quel­lo che dici è oro cola­to per tan­ta gen­te, e quin­di vale la pena met­ter­ne in luce alme­no i mag­gio­ri difet­ti. È uno spor­co (e tedio­so) lavo­ro, ma qual­cu­no lo deve pur fare, si dice.

Cer­che­rò alme­no di esse­re bre­ve (l’a­ve­vo già det­to?), per­ché non tut­ti han­no la pazien­za di leg­ge­re un trat­ta­to ogni vol­ta che ne dite qual­cu­na del­le vostre, e io sicu­ra­men­te non ce l’ho per scri­ver­lo.

Nel pun­to uno affer­mi che: “L’es­sen­zia­le è che [la Scien­za] appli­chi un meto­do veri­fi­ca­bi­le, esclu­da l’ar­bi­trio e garan­ti­sca la razio­na­li­tà nel­le rispet­ti­ve diver­se moda­li­tà”. Il che è giu­sto, ed è vera­men­te essen­zia­le, ma capi­sci pure tu che in boc­ca a un cre­den­te – in que­sto caso tu – suo­na fuo­ri posto e sen­za sen­so, nel momen­to in cui usi que­sta idea fon­da­men­ta­le per sor­reg­ge­re la fede e la teo­lo­gia che inve­ce sono per defi­ni­zio­ne inve­ri­fi­ca­bi­li, arbi­tra­rie e altro dal­la ragio­ne.

Il pun­to due: “Ella dovreb­be per lo meno rico­no­sce­re che, nel­l’am­bi­to sto­ri­co e in quel­lo del pen­sie­ro filo­so­fi­co, la teo­lo­gia ha pro­dot­to risul­ta­ti dure­vo­li”. E qui un’al­tra dimo­stra­zio­ne rapi­da e sin­to­ma­ti­ca – come la fra­se d’a­per­tu­ra – di come tu non spin­ga fino in fon­do la ragio­ne di cui sei dota­to: dure­vo­le non impli­ca decen­te. Qua­l’è in real­tà la qua­li­tà di que­sti risul­ta­ti? Qua­le il meto­do? E per­ché – se non per fede – sono dura­ti così tan­to?

Il ter­zo: “Una fun­zio­ne impor­tan­te del­la teo­lo­gia è quel­la di man­te­ne­re la reli­gio­ne lega­ta alla ragio­ne e la ragio­ne alla reli­gio­ne. Ambe­due le fun­zio­ni sono di essen­zia­le impor­tan­za per l’u­ma­ni­tà. Entram­be han­no biso­gno l’u­na del­l’al­tra”. Che la reli­gio­ne (maga­ri la tua) sia di impor­tan­za essen­zia­le per tut­ti noi è una tua cre­den­za per­so­na­le, per­ché si vive benis­si­mo anche sen­za e se non fos­si così acce­ca­to dal­la tua fede lo vedre­sti benis­si­mo. E che la ragio­ne abbia biso­gno del­la reli­gio­ne per non diven­ta­re “pato­lo­gi­ca” è anch’es­sa una tua par­ti­co­la­re cre­den­za, deri­van­te da una let­tu­ra fazio­sa del­la real­tà nel­la qua­le non dai con­to inve­ce del­l’im­por­tan­za del cuo­re del­le per­so­ne, del loro sen­so di respon­sa­bi­li­tà e del­la capa­ci­tà eti­ca intrin­se­ca quan­do rese matu­re e libe­re. E come potre­sti dar­ne con­to, pove­ro Pep­pe, se è vero com’è vero che cre­di in una teo­lo­gia che inve­ce con­dan­na l’uo­mo per sé stes­so, la sua indi­pen­den­za cri­ti­ca, la sua eti­ca e la sua sen­si­bi­li­tà, se non gui­da­te da Dio?

Nel quar­to cer­chi di dire due cose, mi pare di capi­re, in un pun­to che mi par­reb­be altri­men­ti del tut­to inu­ti­le: poi­ché “La fan­ta­scien­za esi­ste, d’al­tron­de, nel­l’am­bi­to di mol­te scien­ze (…): sono visio­ni ed anti­ci­pa­zio­ni, per giun­ge­re ad una vera cono­scen­za”, allo­ra chia­man­do fan­ta­scien­za la teo­lo­gia non farem­mo che con­fer­mar­ne la natu­ra di scien­za. Se que­sto è il sen­so, è ovvia­men­te sba­glia­to. Ti sei rispo­sto da solo dicen­do “ma sono, appun­to, sol­tan­to imma­gi­na­zio­ni con cui cer­chia­mo di avvi­ci­nar­ci alla real­tà”, ovve­ro ipo­te­si di lavo­ro, intui­zio­ni da veri­fi­ca­re, pun­ti di par­ten­za di un lun­go lavo­ro, cate­go­ri­ca­men­te diver­si dun­que da un Dio da postu­la­re e cre­de­re. Nien­te, non rie­sci a dimo­stra­re lo sta­to di scien­za del­la teo­lo­gia (lo stes­so nome è impro­prio), ma non pre­oc­cu­par­ti: è pro­prio che non sono la stes­sa cosa. Di nuo­vo dimo­stri di non usa­re per inte­ro e fino in fon­do il meto­do razio­na­le, ma solo entro il limi­te con­scio o incon­scio del­l’u­ti­li­tà pra­ti­ca nel difen­de­re il tuo cre­do. Così però tra­di­sci quel­lo spi­ri­to scien­ti­fi­co che vai affer­man­do di soste­ne­re, per­ché esso impo­ne di cer­ca­re la veri­tà dov’es­sa sia.
La secon­da cosa che mi pare di intra­ve­de­re nel pun­to quat­tro è una cri­ti­ca alla teo­ria del­l’E­vo­lu­zio­ne? Nel qual caso ti invi­to a infor­mar­ti meglio, ricor­dan­do e ade­guan­do­ti allo spi­ri­to scien­ti­fi­co. Oppu­re un’i­ro­nia vale l’al­tra.

A segui­re: “Se non è leci­to tace­re sul male nel­la Chie­sa, non si deve però, tace­re nep­pu­re del­la gran­de scia lumi­no­sa di bon­tà e di purez­za, che la fede cri­stia­na ha trac­cia­to lun­go i seco­li”. Vero, ma que­sto non inva­li­da nes­su­na del­le cri­ti­che mos­se al suo cre­do, né fun­ge da pro­va di una sua qual­che sostan­zia­le veri­tà. L’uo­mo fa del bene da sem­pre, anche fuo­ri dal Cri­stia­ne­si­mo e da pri­ma di esso. Lo spi­ri­to uma­no è gran­de, sie­te voi che vi osti­na­te a negar­lo, depo­nen­do­lo ai pie­di del vostro Dio e costrin­gen­do­lo a far­si da par­te sen­za meri­to.

Sul Gesù sto­ri­co, rias­su­mi: “Non è nep­pu­re cor­ret­to che Lei dica che io mi sarei inte­res­sa­to solo del­la meta­sto­ria: tut­t’al con­tra­rio, tut­ti i miei sfor­zi han­no l’o­biet­ti­vo di mostra­re che il Gesù descrit­to nei Van­ge­li è anche il rea­le Gesù sto­ri­co; che si trat­ta di sto­ria real­men­te avve­nu­ta”. Ma è pro­prio que­sto il pun­to, e la cri­ti­ca che ti si muo­ve: non ne sei in gra­do. Né sul pia­no dei con­te­nu­ti – i qua­li real­men­te sono esi­gui chec­ché la tua fede ci veda e la ricer­ca sto­ri­ca cri­stia­na ci scri­va, né sul pia­no del meto­do – come stia­mo veden­do. La tua fede ti impo­ne un per­cor­so di con­fer­ma di sé stes­sa che in sto­ria e logi­ca è desti­na­to a fal­li­re.

Infi­ne: “L’a­mo­re, nel Suo libro, non com­pa­re e anche sul male non c’è alcu­na infor­ma­zio­ne. (…) Una reli­gio­ne [anche ‘mate­ma­ti­ca’] che tra­la­scia que­ste doman­de fon­da­men­ta­li resta vuo­ta”. Tenen­do pre­sen­te che non basta che una reli­gio­ne (o filo­so­fia di vita) ‘non tra­la­sci’ que­ste doman­de, ma occor­re che vi rispon­da in manie­ra rea­li­sti­ca e posi­ti­va (in nes­sun caso quin­di il fat­to che il tuo cre­do con­tem­pli la cosa impli­ca un suo sen­so o valo­re), nel libro Odi­fred­di ne accen­na sol­tan­to per­ché espri­me il suo cre­do para­fra­san­do il tuo, che nel­lo spe­ci­fi­co, come saprai, non trat­ta diret­ta­men­te del bene e del male nean­ch’es­so (“Cre­do in un solo Dio…” ecc). E tut­ta­via con­cor­do che que­sto tema è per lui secon­da­rio, o quan­to meno qui con­si­de­ra­to tale, tut­to pre­so com’è dal­l’o­san­na del­la ragio­ne. Che è fon­da­men­ta­le, ma non basta.

Nel tuo richia­mo all’e­ti­ca c’è dun­que un’im­por­tan­te veri­tà, e cioè che qui in Ita­lia gli atei e agno­sti­ci sem­bra­no anco­ra lar­ga­men­te disin­te­res­sa­ti a siste­ma­tiz­za­re la loro visio­ne in una pro­pria­men­te uma­ni­sta, come inve­ce acca­de nel resto del mon­do con l’am­pio con­sen­so che riscuo­te la filo­so­fia del ‘Secu­lar huma­ni­sm’, o Uma­ne­si­mo ateo.
Gra­zie dun­que di aver pro­vo­ca­to i non cre­den­ti di casa nostra a una rispo­sta su que­sto: la tro­vo una man­can­za gra­vis­si­ma, e da tem­po mi spen­do per inte­gra­re l’a­tei­smo ita­lia­no – e il suo giu­sto ane­li­to alla lai­ci­tà e alla ragio­ne – in una vera e pro­pria filo­so­fia seco­la­re che con­tem­pli anche il buo­no, la giu­sti­zia, l’e­ti­ca, e una pre­sa di posi­zio­ne non solo riguar­do a ciò che pen­sia­mo non vada, ma anche rispet­to ai valo­ri che rite­nia­mo più giu­sti, e agli stru­men­ti che sap­pia­mo più effi­ca­ci, per vive­re meglio e far­lo insie­me.

Allo­ra, mio buon Pep­pe, alla vostra sto­ri­ca pre­sen­za, e alla vostra idea di cos’è bene per l’uo­mo, ver­rà final­men­te offer­ta un’au­to­re­vo­le alter­na­ti­va. Quel­la nobi­le, sana, respon­sa­bi­le, costrut­ti­va – e tut­ta uma­na, tut­ta natu­ra­le – del­l’U­ma­ne­si­mo (vedi: Mani­fe­sto di Uma­ne­si­mo ateo). Altro che teo­cra­zia.