Religione: i moderati, i fanatici e il ‘mal di fede’.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo e Religioni e sètte
16 Febbraio 2015
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Due gior­ni fa, il sar­cer­do­te siro-cattolico Geor­ges Jaho­la così si pro­nun­cia in una inter­vi­sta: «L’Islam mode­ra­to non esi­ste. Esi­sto­no sin­go­le per­so­ne di reli­gio­ne isla­mi­ca mode­ra­te». (Resto del Car­li­no).
Tro­vo sia fal­sa la pri­ma fra­se, incom­ple­ta la secon­da, e nel com­ples­so un’o­pi­nio­ne signi­fi­ca­ti­va dal pun­to di vista del­le seguen­te rifles­sio­ne.
Che vale per tut­ti i mono­tei­smi.

Scri­vo sul forum del­l’Uaar:

Sicu­ra­men­te è un pro­ble­ma il fat­to che un cre­do sia rite­nu­to asso­lu­to e sia cre­du­to in modo radi­ca­le. È un pro­ble­ma per­ché la per­so­na impe­di­sce a sé stes­sa una aper­tu­ra men­ta­le e un’auto-critica a mio avvi­so essen­zia­li alla veri­tà e bon­tà di quan­to soste­nu­to.
Una tesi vera­men­te vera e vera­men­te buo­na, affron­te­reb­be a viso aper­to qual­sia­si cri­ti­ca.
Il fat­to di ritrar­si da esse e con­si­de­rar­si intoc­ca­bi­le, può sen­z’al­tro cau­sa­re un distac­co dal­la real­tà, atti osce­ni in luo­go pub­bli­co, giu­sti­fi­ca­zio­ne per i pro­pri pas­si fal­si, e diven­ta­re una for­ma di dife­sa da dis­so­nan­ze cogni­ti­ve e mora­li.

Può acca­de­re per qual­sia­si ideo­lo­gia suf­fi­cien­te­men­te cie­ca, reli­gio­ne o meno.
Non sem­pre suc­ce­de, è chia­ro, ma cer­ta­men­te quan­do suc­ce­de sono casi­ni. Ed è per que­sto che più anco­ra del­la reli­gio­ne in sé mi pre-occupo del­la men­ta­li­tà di fede.

Quan­do non suc­ce­de, è per­ché la per­so­na è decen­te di suo. E dun­que, se cre­de, soster­rà del­la dot­tri­na la par­te ‘buo­na’, che sen­te più con­so­na. Ma incoe­ren­te­men­te, per­ché a nes­sun testo sacro man­ca­no par­ti orri­bi­li. E allo­ra per­ché abbrac­ciar­lo comun­que? O ten­tar­ne giu­sti­fi­ca­zio­ne razio­na­liz­zan­do? Ecco, di nuo­vo, il pro­ble­ma del­la men­ta­li­tà di fede. Meno dan­ni socia­li imme­dia­ti, cer­to, ma sem­pre un pro­ble­ma.

Quin­di più che altro vedrei la que­stio­ne così: non esi­ste un Islam/Cristianesimo/Ebraismo mode­ra­to, ma nean­che estre­mi­sta, per­ché in quei libri si tro­va­no entram­be le cose. I testi sono ambi­gui, tan­t’è.
Ed esi­sto­no cre­den­ti mode­ra­ti ed estre­mi­sti (e mol­to in mez­zo), dei qua­li gli estre­mi­sti sono un ben più gran­de pro­ble­ma socia­le e psi­co­lo­gi­co, ma entram­bi sof­fro­no di fede.
Ed è una cosa che non sot­to­va­lu­to nem­me­no nei social­men­te mode­ra­ti, se è vero che cer­te idee sono infan­ti­li, non pro­va­te e per­si­no degra­dan­ti per l’es­se­re uma­no, e abbrac­ciar­le fa male inte­rior­men­te.

Que­sto papa ad esem­pio, è tec­ni­ca­men­te un ‘mode­ra­to’, per­ché per dire è con­tro la guer­ra e la ‘vio­len­za in nome di dio’ e ha un sor­ri­so sin­ce­ro. Ma poi quel­lo che inse­gna in buo­na par­te non è lo stes­so sgra­de­vo­le, fal­so, e per­si­no col­pe­vo­liz­zan­te? E non è que­sto un modo di fare vio­len­to?
La lot­ta inte­rio­re per con­ci­lia­re il sen­so di dover obbe­di­re alla voce di dio e il pro­prio sen­so mora­le, il pro­prio esse­re sé stes­si, può ave­re costi altis­si­mi.
Il san­gue e le bom­be dun­que non sono l’u­ni­co para­men­tro con cui va misu­ra­to il males­se­re socia­le e per­so­na­le.