Come ti crocifiggo gli ideali

Quando il gioco si fa duro, le reazioni dei politici ne rivelano la stoffa, i pensieri di fondo e le volontà nascoste. E dunque ci aiutano decidere se ci piacciono, se corrispondono, se valgono il nostro voto alla prossima occasione.
Pubblicato in Lettere ai direttori e Ateismo e Umanesimo
7 Novembre 2009 + edit 15 Ottobre 2018
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La sen­ten­za del­la Cor­te Euro­pea che vie­ta il cro­ci­fis­so nel­le scuo­le pub­bli­che, ha susci­ta­to in Ita­lia rea­zio­ni inte­res­san­ti (per una rapi­da e non con­clu­si­va car­rel­la­ta, vedi qui). A fron­te di auto­re­vo­li com­men­ti a favo­re, la mag­gio­ran­za dei poli­ti­ci (e dei poli­ti­ci del­la mag­gio­ran­za) si è det­ta sbi­got­ti­ta (e bigot­ta) e pron­ta al ricor­so (sto­ri­co). Le cri­ti­che alla sen­ten­za sono sta­te di una incre­di­bi­le incon­si­sten­za, ed è per que­sto che le giu­di­co inte­res­san­ti: inte­res­san­ti per­ché ci indi­ca­no con chia­rez­za il gene­re di pen­sie­ri che attra­ver­sa cer­te men­ti, e il model­lo argo­men­ta­ti­vo col qua­le si espri­mo­no: razio­na­liz­za­zio­ni, non sequi­tur, double-speaking, affer­ma­zio­ni non pro­va­te, attac­chi per­so­na­li, voca­zio­ni cen­so­rie e altre for­me di mirror-climbing spac­cia­te con la for­za ecces­si­va di chi non si sa se ha, ma cer­to vuo­le ave­re, ragio­ne.
Inte­res­san­te no?

Invia­ta ai mag­gio­ri quo­ti­dia­ni e rivi­ste, il 06/11/2009

Caro diret­to­re,
fra i com­men­ti alla sen­ten­za sul cro­ci­fis­so del­la Cor­te euro­pea, ve ne sono alcu­ni che mi han­no fat­to riflet­te­re.
Non è gros­so­la­no difen­de­re le pro­prie radi­ci scor­dan­do­si di altre radi­ci, come l’il­lu­mi­ni­smo e la piz­za?
Non è medio­cre difen­de­re la pro­pria fede non in quan­to spe­cia­le e sal­vi­fi­ca, ma gene­ri­ca­men­te in quan­to sto­ria e cul­tu­ra?
Non è meschi­no difen­de­re la pro­pria liber­tà non in nome del rispet­to reci­pro­co, ma del­la mag­gio­ran­za?
Non è arro­gan­te difen­de­re i pro­pri dirit­ti, limi­tan­do quel­li altrui?
Non è ipo­cri­ta difen­de­re il cro­ci­fis­so come sim­bo­lo di lai­ci­tà e plu­ra­li­smo, tut­ta­via mar­can­do il ter­ri­to­rio a sen­so uni­co?
Non è ina­de­gua­to difen­de­re la cul­tu­ra di un inte­ro pae­se con l’o­sten­sio­ne di un sim­bo­lo non più così con­di­vi­so?
Non è sub­do­lo difen­de­re la sua pre­sen­za negli edi­fi­ci pub­bli­ci, sen­za cita­re l’in­ne­ga­bi­le pub­bli­ci­tà che fa a una reli­gio­ne, né l’a­iu­to che da al costi­tuir­si del­la tra­di­zio­ne?
Non è diso­rien­tan­te difen­de­re il cro­ci­fis­so come sim­bo­lo di uma­ni­tà, quan­do è sta­to anche usa­to per seco­li come sim­bo­lo di pote­re e tor­tu­ra?
Anche que­sto è cri­stia­ne­si­mo. Ma è que­sto il cri­stia­ne­si­mo da difen­de­re? Que­sti gli idea­li da pro­teg­ge­re? Que­ste le radi­ci che voglia­mo man­te­ne­re?
E per­ché aggrap­par­si tan­to al pas­sa­to, come se l’og­gi e il doma­ni doves­se­ro resta­re anco­ra ieri?
Cia­scu­no ha dirit­to alla sua fede e ai suoi sim­bo­li. Altro è impor­li, e per vico­li tra­ver­si, a chi ne ha degli altri, o non ne ha.

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Sul discor­so del cro­ci­fis­so nei loca­li pub­bli­ci chia­ri­sce la mia posi­zio­ne un pez­zo nel mio libro Pic­co­lo manua­le di Uma­ne­si­mo ateo (cap. 8, “Un dio così ci ren­de schia­vi”), che qui ripor­to:

Altra fra­se che sen­ti­rai spes­so: «Ma il cri­stia­ne­si­mo è alle nostre radi­ci!». ..Cer­to e allo­ra? For­se che dob­bia­mo anco­ra innaf­fiar­le se sco­pria­mo che sono mar­ce? Anche la schia­vi­tù, la guer­ra e la monar­chia asso­lu­ta sono nostre radi­ci, for­se che dob­bia­mo col­ti­va­re anch’esse? In altri Pae­si poi, è tra­di­zio­ne un’altra reli­gio­ne, ed essi pure innaf­fia­no.. Insom­ma, il luo­go o la sto­ria cos’hanno a che fare con la *veri­tà* o la *bon­tà* di un’idea?
L’italiano vie­ne dal tosca­no del XIII seco­lo, ma nel frat­tem­po si è evo­lu­to, sì ch’io dico, che se colo­ro che par­ti­ron d’esta vita già sono mil­le anni tor­nas­se­ro a le loro cit­ta­di, cre­de­reb­be­ro la loro cit­ta­de esse­re occu­pa­ta da gen­te stra­na, per la lin­gua da loro discor­dan­te. Chi vuo­le tor­na­re a par­la­re come Dan­te, si acco­mo­di! 🙂
Care, vec­chie abi­tu­di­ni..
Le radi­ci del­la nostra cul­tu­ra sono anche altre, come la civil­tà greco-romana e l’illuminismo. La nostra sto­ria è fat­ta anche di un mai bat­tu­to impe­gno lai­co alla scien­za, alla liber­tà e al dirit­to (spes­so avver­sa­ti pro­prio dal­la radice-Chiesa)! E ades­so come la met­tia­mo?
La met­tia­mo così: oggi vie­ne da ieri, ma non è più ieri, come un figlio non è ugua­le ai geni­to­ri. Ed è giu­sto che non lo sia, se così vuo­le, per­ché è libe­ro e ciò che vor­rà man­te­ne­re deve poter­lo sce­glie­re. Dei bra­vi geni­to­ri gli avran­no inse­gna­to otti­me cose, in fon­do, no? E avran­no fidu­cia in lui.
Come una cosa va richie­sta non ‘per­ché lo dico io’ ma dan­do un buon moti­vo, così un’altra non può esse­re dife­sa per­ché ‘tra­di­zio­ne’ ma per­ché è tutt’ora buo­na, uti­le, adat­ta ai tem­pi.. Se non resta che rifar­si alla tra­di­zio­ne, è per­ché non si han­no ragio­ni miglio­ri.
Sem­pre di più sono le per­so­ne che que­ste radi­ci cri­stia­ne non se le fila­no, per moti­vi diver­si. E allo­ra oggi­gior­no si cer­ca di smer­ciar­la non più come reli­gio­ne, ma come ‘cul­tu­ra’, ‘valo­ri’ e ‘dirit­ti uma­ni’, per­ché fan­no più pre­sa che dio, giu­sta­men­te, ed è su que­sti che si gio­ca il nostro futu­ro. Ciò però distur­ba chi anco­ra pen­sa – a ragio­ne – che il cri­stia­ne­si­mo reli­gio­ne sia, con un mes­sag­gio che va accet­ta­to in quan­to tale. Per mol­ti altri però, Vati­ca­no in testa, ciò che con­ta sem­bra esse­re l’apparenza del­la fede.. Meglio cri­sti sui muri e nel­le costi­tu­zio­ni che nel cuo­re dei fede­li, quin­di. Gra­ve? Cer­to, ma se la sbri­ghi­no fra loro. Ciò che inte­res­sa tut­ti è che anco­ra una vol­ta un grup­po vuo­le impor­re le sue cre­den­ze reli­gio­se – attra­ver­so dei TdC (v. dopo Dou­ble­speak) – a chi non fa par­te o non fa più par­te di loro, o non è anco­ra in gra­do di sce­glie­re, usan­do i valo­ri come sem­pli­ce pie­de di por­co. Argo­men­ta­re a favo­re dell’etica, del­la vita, del bene comu­ne, del­le radi­ci sto­ri­che *non* è argo­men­ta­re a favo­re di.. un dio! Cri­stia­ne­si­mo per­ché cul­tu­ra euro­pea, per­ché par­la di valo­ri uni­ver­sa­li? È un modo impro­prio di pre­sen­tar­lo, e, quan­do sono per­so­ne non igno­ran­ti a far­lo, anche scor­ret­to. Che ci si abbas­si a tan­to è indi­ca­ti­vo: non solo di dop­pio gio­co, ma pen­so anche di pau­ra, pau­ra che vie­ne dal­la (giu­sta) pre­vi­sio­ne che – se offer­to per quel­lo che dav­ve­ro è – non sareb­be più accet­ta­to da un sac­co di gen­te.

Il cri­stia­ne­si­mo è una *par­te* del­la cul­tu­ra, ed è innan­zi­tut­to una *reli­gio­ne*. Come tale par­la *anche* ma non solo di valo­ri, e a suo discu­ti­bi­le modo. Ci vuo­le tan­to a capi­re che quin­di non rap­pre­sen­ta né appar­tie­ne a tut­ti? E che un Dio è sim­bo­lo di valo­ri solo per chi ci cre­de?
Ecched­dia­mi­ne!! Vole­te soste­ne­re valo­ri e dirit­ti, sia­mo d’accordo! Soste­nia­mo *valo­ri e dirit­ti*, non altro! Sen­nò – come dis­se il con­te – cachia­mo fuo­ri dal­la taz­za..
Eddai su, nun ce pro­va­te..