Il 30 giugno L’unità pubblicauna lettera di Francesca Ribeiro in risposta al pensiero diErri de Luca sul Mattino. I due autori sostengono che c’è differenza fra ateo e non credente, ma per motivazioni diverse dalla semplice semantica. Ecco qual’è stata la mia opinione:
Sbaglia il De luca a dire che “L’ateo ha risolto la faccenda una volta e poi basta”, questo è dire che l’ateo ha il dogma della non-fede, mentre un ateo non ha dogmi e si arrende all’evidenza. Sbaglia ancora quando dice che “esclude la divinità e non ha stima di chi la riconosce”, e questo – oltre che falso – è una pessima etichetta da appiccicarci addosso, come se gli atei fossero – tutti – così sciocchi o cattivi da non stimare un credente che faccia del bene. Si può dire più precisamente che l’ateo non ha stima di chi fa tali distorti ‘ragionamenti’ in bianco/nero.
Purtroppo, se vengono pubblicati dai giornali, concorrono a diffondere questo infamante pregiudizio pseudo-intellettuale con cui lottiamo ogni giorno.
La visione cristiana della Ribeiro invece è invece in aperta contraddizione con i molti passi in cui si afferma che la fede in dio e in cristo è *necessaria* alla salvezza. Che vi siano anche passi in cui si afferma che semplicemente i giusti avranno vita eterna è contraddizione interna alla bibbia, e scartare tutti quelli che dicono invece che la fede serve è interpretazione di comodo.
Se esistesse un dio che salva le brave persone al di là della loro fede ne sarei più che contento, sarebbe divertente vedere missionari, predicatori e papi deporre la bibbia e giudicare dai fatti e dalle azioni.. Purtroppo però non è questo il dio cristiano. Se la Ribeiro la vede così buon per lei, e quanto sia cristiano questo è affar suo, tuttavia non può definire credenti i ‘bravi atei’, perché appunto non credono: forse dio è con loro, ma loro non sono di certo con dio e se dio li salverà, sarà appunto in quanto atei, ma bravi..
In questa confusa incoerenza sta il limite del ragionamento della Ribeiro, che tuttavia mi pare un errore minore rispetto alla bella tesi principale.