Sì, facciamo sentire la campane. Tutte.


Pubblicato in Lettere ai direttori e Ateismo e Umanesimo
19 Ottobre 2007
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Invia­ta al Gaz­zet­ti­no e pub­bli­ca­ta 😎 il 24/07/07 – Gen­ti­le Diret­to­re,
dopo la pub­bli­ca­zio­ne in data 19 cm del­la let­te­ra del sig. Pier­ma­ri­no Vero­ne­se sul sito web del Gaz­zet­ti­no (“Fin­chè esi­sto­no le rego­le non c’è anar­chia” [non c’è più, ma qui sì, ndm]), spe­ro abbia la pos­si­bli­tà e l’in­ten­zio­ne di dare spa­zio a una repli­ca. Impor­tan­te, secon­do me, date le posi­zio­ni del Vero­ne­se, che dopo aver descrit­to poco e male l’a­tei­smo e l’Uaar (Unio­ne atei e agno­sti­ci razio­na­li­sti), vor­reb­be anche che le sue paro­le restas­se­ro l’u­ni­ca ‘veri­tà’ a dispo­si­zio­ne del gran­de pub­bli­co.
Lei ed io sap­pia­mo bene, inve­ce, che pro­prio nel­la pos­si­bi­li­tà di con­fron­tar­si sui gran­di temi, quin­di anche di con­tro­bat­te­re, sta uno dei gran­di dirit­ti con­qui­sta­ti di recen­te dal­la demo­cra­zia. Dun­que è pro­ba­bi­le che il Vero­ne­se di demo­cra­zia si inten­da poco: la sua ‘solu­zio­ne’ con­tro il dila­ga­re del­l’a­nar­chia (!) che per­ce­pi­sce è il suo oppo­sto, in quel­le poche, rigi­de rego­le che lui evi­den­te­men­te apprez­za e rim­pian­ge. Voglia­mo chia­mar­la Teo­cra­zia? Asso­lu­ti­smo? For­se ter­mi­ni un po’ for­ti, ma cer­to cal­zan­ti, se Vero­ne­se dav­ve­ro aspi­ra a impor­le a tut­ti, pur non stan­do bene a tut­ti.

Ammet­tia­mo­lo: la nostra socie­tà di pro­ble­mi ne ha tan­ti, e cer­ta­men­te ha ragio­ne lui quan­do affer­ma ad esem­pio che a vol­te la tol­le­ran­za diven­ta mene­fre­ghi­smo o che cer­ti “busi­ness mens” (sic) abbia­no inte­res­si ille­ci­ti. Ma non è facen­do del­l’er­ba un fascio che si risol­ve, né mai è sta­to così. Con­fon­de­re atei­smo, comu­ni­smo, anar­chia (cioè caos, se inten­do bene l’au­to­re), Islam, bla­sfe­mia e “pro­fa­na­to­ri di cimi­te­ri” è quan­to mai impro­prio.
Defi­ni­re l’Uaar degli “anar­chiz­za­to­ri” in cer­ca di “noto­rie­tà” è nien­te meno che assur­do, e chia­ma­re la lot­ta per la lai­ci­tà e i dirit­ti di tut­ti (obiet­ti­vi del­l’Uaar) “para­noi­ci con­cet­ti dai frut­ti avve­le­na­ti” indi­ca una men­ta­li­tà assai ristret­ta e anche poten­zial­men­te peri­co­lo­sa.
Mi chie­do allo­ra qua­li sia­no le rego­le che invo­ca il Vero­ne­se, per­ché è evi­den­te che non fareb­be­ro del­la nostra una socie­tà “pur sem­pre accet­ta­bi­le”, se non e solo da chi la pen­sa come lui.

Com­pren­do la pau­ra di chi vede le sue vec­chie, care idee scio­glier­si oggi in un mare di alter­na­ti­ve non sem­pre di qua­li­tà, ma il mon­do non è in bian­co e nero, e fra caos e teo­cra­zia esi­sto­no diver­se visio­ni di vita del tut­to apprez­za­bi­li, come l’u­ma­ne­si­mo. Quel­l’u­ma­ne­si­mo che si fa for­te del­le qua­li­tà del­l’uo­mo e cer­ca di miglio­ra­re il mon­do di tut­ti in for­za del­la sua respon­sa­bi­li­tà e del­la sua com­pas­sio­ne. Anche sen­za un dio!
Se dav­ve­ro il Vero­ne­se è pre­oc­cu­pa­to e tie­ne alla nostra socie­tà più che ai suoi dog­mi (que­gli “edit­ti” di cui la sua reli­gio­ne è pro­dut­tri­ce, non cer­to l’a­tei­smo), potreb­be comin­cia­re a riflet­te­re su que­sto.