Spedita ai maggiori quotidiani il 15/07/16, dopo l’attentato di Nizza.
Caro direttore,
Gino Strada afferma che vite spezzate come a Nizza ci impongono di riflettere e poi agire. La pace come utopia possibile.
Il Papa dà a intendere che dietro episodi crudeli e tragici come quello ci sia lo zoccolo del diavolo. La fede innanzitutto.
Due opinioni all’opposto.
Francesco trascura quello che Gino riafferma, che in noi e fra noi va cercata la ragione e la soluzione.
Ma anche la pace da sola non basta! ‘Pace’ non significa granché se non in compagnia di altre non-utopie come libertà, responsabilità personale, rispetto reciproco.
Valori umani, spogliati di accecante fede, da cui ripartire alla ricerca di cause vere e concrete soluzioni.
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Una soluzione immediata che sia anche sensata e magari non violenta è tremendamente difficile.
Più che una nuova legge (marziale?) e il sempre possibile ma non certo rapido lavoro sulla cultura dei popoli io vedo concreto il passo della tavola rotonda.
Ci si mette seduti a PARLARE. Ma non di cazzate, e non solo farsi belli con la diplomazia:
SEDETEVI A UN CAZZO DI TAVOLO TUTTI INSIEME E PARLATE: che cazzo vogliono gli assassini? Quali sono le nostre colpe? Come possono le parti accordarsi per un FOTTUTO CESSATE IL FUOCO? Che ne pensano i rispettivi popoli? Come possiamo evitare che ci vadano di mezzo bambini, donne, vecchi, e uomini che non vi hanno mai conosciuto?
Ora. Che sia percorribile, è sicuro.
Che sarebbe sensato, pure, mi pare. Manca la volontà.
Si tratterebbe di scoprire la carte, di essere onesti, di non farsi prendere da sentimenti di rabbia e vendetta, di dare la precedenza alla gente e mettere da parte i propri fottuti interessi.
Impossibile, forse. Troppo idioti e troppo golosi.
Ma almeno a scoprirgli gli altarini io mi ci metto.
Se questa fosse una via il cui unico impedimento fossero gli interessi dei rispettivi governi, DIRLO in tanti e chiaro e tondo può essere l’unica alternativa per fare.