Niente Halloween, brutti mostri!


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo e Religioni e sètte
29 Ottobre 2007
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Sul set­ti­ma­na­le geno­ve­se Il Cit­ta­di­no un pre­te tuo­na (let­te­ral­men­te in tema) con­tro il pros­si­mo Hal­lo­ween. Ai suoi occhi que­sta festa gio­io­sa, occa­sio­ne di diver­ti­men­to insie­me, non­ché di tene­re usci­te sera­li (poche, da noi) di bam­bi­ni e ragaz­zi­ni avvol­ti in masche­re pau­ro­se al ter­ri­bi­le gri­do di ‘dol­cet­to o scher­zet­to?’, dal tema tene­bro­so quan­to una zuc­ca svuo­ta­ta e acce­sa, si tra­sfor­ma essa stes­sa in uno dei mostri più ter­ri­bi­li.
Non tan­to per esse­re una festa real­ti­va­men­te nuo­va in Ita­lia, e dun­que ango­scio­sa­men­te diver­sa dal­le nostre tra­di­zio­ni cat­to­li­che. Non tan­to per­ché capi­ta giu­sto pri­ma dei San­ti e Defun­ti e rischia di far pas­sa­re la voglia di veglia ai cre­den­ti più tie­pi­di. E nem­me­no tan­to per­ché, come acca­de anche al Nata­le, è occa­sio­ne di spe­se e dun­que lau­ti gua­da­gni com­mer­cia­li.
Non tan­to per que­sto, no.

Com’è d’u­so per cer­ta men­ta­li­tà cat­to­li­ca, esi­ste solo il bian­co e il nero (il bian­co cat­to­li­co, nero tut­to il resto), e dun­que è impos­si­bi­le che una cosa non sia o l’u­no o l’al­tro. Per abi­tu­di­ne, per me insa­na ma giu­di­ca­te voi, diven­ta (non è, lo diven­ta) impos­si­bi­le per­ce­pi­re le vie di mez­zo, come non esi­sta­no o non abbia­no alcun sen­so. Eppu­re, se è vero che qual­che fes­so ne appro­fit­ta per ‘sacri­fi­ca­re’ gat­ti e qual­che altro fes­so per cele­bra­re ‘mes­se nere’, è altret­tan­to vero che que­sti sono casi limi­te, alquan­to iso­la­ti, non dovu­ti né ristret­ti alla festa. La lar­ga mag­gio­ran­za di noi – pen­sa quan­t’è ampia la sfu­ma­tu­ra che non si vede più (ed ecco da dove l”insana’ di pri­ma) – festeg­gia hal­lo­ween per puro diver­ti­men­to.
Puro, sem­pli­ce, spen­sie­ra­to diver­ti­men­to.

Hal­lo­ween «è una festa dove le com­po­nen­ti reli­gio­se cel­ti­ca e cri­stia­na sono sta­te eli­mi­na­te», dice il sacer­do­te. «Ren­de­re la mor­te un car­ne­va­le signi­fi­ca che il capo­li­nea del vive­re ter­re­no è solo edo­ni­smo». E «un popo­lo infet­ta­to di edo­ni­smo può esse­re mani­po­la­to con mag­gio­re faci­li­tà dal burat­ti­na­io più fur­bo». «I man­dan­ti di que­sto ‘car­ne­va­le d’ottobre’» sono «eso­te­ri­smo, lob­by poli­ti­che e filo­so­fi­che» che «lavo­ra­no per svi­ta­re il sen­so del sacro ed il rispet­to che gli si deve» e che han­no qua­li «pre­de pre­fe­ri­te i bam­bi­ni».

Ma non è for­se un bene che sia sta­to eli­mi­na­ta la com­po­nen­te reli­gio­sa cel­ti­ca, cioè quel­le vec­chie cre­den­ze di fede? E se anche la cri­stia­na non c’è, ciò che resta è neces­sa­ria­men­te nega­ti­vo? È dun­que vero che si inten­de ‘ren­de­re la mor­te un car­ne­va­le’? Dav­ve­ro masche­rar­si per un paio d’o­re *impli­ca* ‘edo­ni­smo’, e tale diven­ta il fine ulti­mo del vive­re? Ma un po’ di edo­ni­smo, quan­do tan­to si esal­ta il sacri­fi­cio e il mar­ti­rio, è così sba­glia­to? I burat­ti­nai fur­bi non sfrut­ta­no chi si fa burat­ti­no? E non è for­se vero che burat­ti­ni si diven­ta anche gra­zie a una edu­ca­zio­ne all’ob­be­dien­za e alla fede cie­ca? Esi­sto­no poi dei ‘man­dan­ti’, di que­sta festa? Qua­li sono que­ste lob­by poli­ti­che, filo­so­fi­che ed eso­te­ri­che tan­to poten­ti, se dav­ve­ro esi­sto­no? Si lavo­ra sul serio sul­l’uo­mo per ‘svi­ta­re il sen­so del sacro’? O piut­to­sto per limi­tar­gli un’au­to­ma­ti­ca inva­sio­ne cat­to­li­ca del­la testa e del cuo­re? Per­ché, infi­ne, al ‘sen­so del sacro’ – cat­to­li­co – il rispet­to ‘si deve’, al di là di una veri­fi­ca del­la sua effet­ti­va bon­tà e uti­li­tà?
Cer­to in que­st’ot­ti­ca i bam­bi­ni devo­no dav­ve­ro sem­bra­re del­le ‘pre­de’, rapi­ti al cri­stia­ne­si­mo uni­ca veri­tà e bon­tà, desti­na­ti al male in sua assen­za. Ma non è for­se una rap­pre­sen­ta­zio­ne for­za­ta del­l’u­na e del­l’al­tra par­te? Non nasce dal soli­to pre­giu­di­zio e resta inso­stan­zia­ta?
Que­sto mostro di hal­lo­ween esi­ste dav­ve­ro, o è sta­to masche­ra­to così per l’oc­ca­sio­ne?

«Il mes­sag­gio che vaga­men­te, con­fu­sa­men­te pas­sa – con­ti­nua il sacer­do­te – è che in quel­la not­te biso­gna tra­ve­stir­si (…) per­ché si fa la par­te dei mor­ti che devo­no spa­ven­ta­re le per­so­ne; in quel­la not­te si deve dire a tut­ti “dol­cet­to o scher­zet­to”, che espri­me un inno alla men­ta­li­tà del ricat­to». «Il bam­bi­no è invi­ta­to ad esi­ge­re, altri­men­ti del­le for­ze nega­ti­ve che agi­ran­no die­tro suo coman­do por­te­ran­no disgra­zie». «Un con­cet­to di “al di là” che fac­cia pau­ra, che pos­sa ricat­ta­re anzi­ché espri­me­re soli­da­rie­tà, sicu­rez­za, sere­ni­tà, tran­quil­li­tà, non aiu­ta la cre­sci­ta del bam­bi­no». «Hal­lo­ween, impo­sta­ta così, è pedo­fi­lia eser­ci­ta­ta in cam­po mora­le, psi­co­lo­gi­co, spi­ri­tua­le, men­ta­le, sen­za vio­len­ta­re il cor­po».

Hal­lo­ween, impo­sta­ta così. Ma è mai sta­ta impo­sta­ta così? Chi, vor­rei sape­re chi, vive hal­lo­ween per instil­la­re la men­ta­li­tà del­la pau­ra e del ricat­to nei pro­pri figli? Erro­ri edu­ca­ti­vi che cer­ta­men­te esi­sto­no, ma è socio­lo­gi­ca­men­te que­sta la loro fon­te? Dav­ve­ro que­sto è il mes­sag­gio che invo­lon­ta­ria­men­te e siste­ma­ti­ca­men­te pas­sa? Dav­ve­ro que­ste ‘for­ze nega­ti­ve’ saran­no pre­se sul serio, cioè al di là del­lo ‘scher­zet­to’? Hal­lo­ween è vis­su­ta dav­ve­ro in un modo così *esi­sten­zia­le*?
E allo­ra per­ché giu­di­ca­re in ter­mi­ni tan­to gene­ra­li, cate­go­ri­ci, seve­ri, dram­ma­ti­ci?

È il caso dun­que di urla­re alla pedo­fi­lia? Di dia­gno­sti­ca­re una tale mal­va­gi­tà in per­so­ne nor­ma­lis­si­me? È cioè una for­ma di stu­pro ‘mora­le, psi­co­lo­gi­co, spi­ri­tua­le’ sui nostri bam­bi­ni, goder­si qual­che ora di musi­ca, bri­vi­di, e coca­co­la?

Il giu­di­zio sui milio­ni di per­so­ne che così festeg­gia­no hal­lo­ween appa­re pro­prio esa­ge­ra­to. Com­ple­ta­men­te fuo­ri misu­ra.

Un giu­di­zio duro e pro­fon­da­men­te offen­si­vo, ma.. Ma dicia­mo­ce­lo, chi si può offen­de­re per un’o­pi­nio­ne tan­to super­fi­cia­le? Per un’ac­cu­sa tan­to evi­den­te­men­te fuo­ri dal mon­do? Chi mai, anche cat­to­li­co, dopo aver let­to padre Bru­no cre­de­rà di aver com­mes­so un cri­mi­ne, festeg­gian­do hal­lo­ween?
A me vie­ne piut­to­sto da ride­re di un bac­ca­no sol­le­va­to sul nul­la per pau­ra di un rischio che non c’è, di una ana­li­si tal­men­te infon­da­ta che si smon­ta da sola, e poi si auto-accusa: nel minac­cia­re lo scher­zet­to di peri­co­li fan­ta­sma­ti­ci, si chie­de il dol­cet­to del­la fede! Hal­lo­ween fai-da-te?
È cer­to il caso di rispon­de­re e pre­ci­sa­re, per con­to mio, ma non di indi­gnar­si: sta­vol­ta l’au­to­re ha fat­to una figu­ra che da sola basta a con­so­lar­ci di un’ac­cu­sa igno­bi­le come que­sta..

Sono con­vin­to che il don sia sin­ce­ra­men­te pre­oc­cu­pa­to, ma non si può non nota­re che la sua ana­li­si è com­ple­ta­men­te cam­pa­ta per aria nel­la misu­ra in cui la gene­ra­liz­za. Diven­ta allo­ra un pez­zo che più che dei bam­bi­ni sem­bra pre­oc­cu­par­si del­la Chie­sa, del fat­to che stia via via uscen­do dal­la nostra vita ciò che l’au­to­re ritie­ne impor­tan­te vi resti. Il bian­co del cat­to­li­ce­si­mo.

E dun­que que­sto far­la diven­ta­re una que­stio­ne di vita o di mor­te, di vir­tù o per­ver­sio­ne, di divi­no o dia­bo­li­co, da affet­tuo­sa peda­go­gia diven­ta aggres­si­va apo­lo­ge­ti­ca – risve­glia­re un (pre­sun­to) dove­re di man­te­ner­si cat­to­li­ci, ricor­da­re che è il sacri­fi­cio e non il benes­se­re l’u­ni­ca vita (cri­stia­na­men­te) degna, riaf­fer­ma­re la (per­du­ta) ege­mo­nia del­la Chie­sa sul­la vita e le scel­te di tan­ti ita­lia­ni, il (sem­pre­ver­de) dagl’addosso al miscre­den­te – e per il suo inu­ti­le, volu­to richia­mo alla pedo­fi­lia lascia spa­zio suo mal­gra­do a male­vo­lis­si­me sup­po­si­zio­ni – distrar­re o alme­no spar­ti­re i tru­ci cri­mi­ni (que­sti sì, veri) di pre­ti su mino­ri. Sono cer­to che que­st’ul­ti­ma non sia sta­ta nem­me­no pen­sa­ta, ma il resto basta e avan­za.

L’ec­ces­so, lo stril­lo, il pre­giu­di­zio e la let­tu­ra in nega­ti­vo, l’ac­cu­sa su una que­stio­ne così pale­se­men­te diver­sa da come si descri­ve, pos­so­no esse­re sin­to­mi di un sen­so di dispe­ra­zio­ne e pau­ra. For­se di una chie­sa (alme­no, di alcu­ni nel­la chie­sa) che si vede sci­vo­la­re nell’oblio?

Beh, maga­ri mi sba­glio, comun­que esse­re chia­ma­to mostro pri­ma di vestir­mi per hal­lo­ween non è cer­to pia­ce­vo­le. Ma insom­ma, è un pro­ble­ma suo. Il mas­si­mo che sen­to di fare – io, da non cre­den­te – è giu­di­ca­re que­sta enne­si­ma spa­ra­ta di un cer­to cat­to­li­ce­si­mo, e scri­ve­re un post per­ché ne sia­no chia­ri i moti­vi.

Quel­lo che è impor­tan­te piut­to­sto, a mio avvi­so, è come rea­gi­rà alla noti­zia chi ha fede: rinun­ce­rà ad hal­lo­ween, come chie­sto ai cri­stia­ni (cat­to­li­ci)? Assor­bi­rà la pre­di­ca sen­za pen­sa­re? Sono cer­to che per mol­ti non sarà così. Potreb­be esse­re una buo­na occa­sio­ne per ricor­da­re che – come non basta un vesti­to da mostro per esse­re un mostro – non basta un vesti­to da pre­te per fare la per­so­na degna di sti­ma, il socio­lo­go capa­ce, il con­si­glie­re affi­da­bi­le. E per vede­re se non sia il caso di river­sa­re que­st’i­dea su chiun­que pre­ten­da di ave­re la V‑erità, e fare da tra­mi­te con un dio.

Spe­ro sin­ce­ra­men­te che que­ste usci­te pub­bli­che par­li­no al cuo­re del cre­den­te, ren­den­do­gli chia­ro che la Chie­sa – nel suo lode­vo­lis­si­mo impe­gno per la gen­te *tan­to quan­to* nei suoi com­por­ta­men­ti meno nobi­li – altro non è che uma­na e miglio­ra­bi­le, come tut­ti noi.