Audio dell’intervista de La Zanzara (Radio24, 23/09/13) a padre Gabriele Amorth su ilFattoquotidiano.it (6min).
La sicurezza di quest’uomo mentre dice una serie di fregnacce ha del patetico. Ne darei la colpa all’età, ma invece è della fede.
I danni della fede cieca. Quest’uomo ritiene che un intero gruppo di persone faccia ‘porcherie’ e vada ‘dritto all’inferno’ per la sola ragione che questa è la legge di Dio. Non c’è un briciolo di pensiero proprio, di decisione personale, non un pizzico di etica, di sensibilità, né di percezione di concetti base come uguaglianza, libertà, rispetto, diritti umani. Non più ricerca del vero, né del buono. Soltanto cieca obbedienza, cieco credere, cieco ripetere, cieco condannare. Così, pare, si va in paradiso!
Un caso isolato? No, un esempio fra tanti. Una fede qualsiasi, portata all’estremo e cioè salda come si richiede, allontana dalla realtà. Una dottrina che questo dice, creduta ciecamente e perciò rettamente, questo produce.
E che succede quando a credere e agire in questo modo non è un Padre Amorth di professione Esorcista qualsiasi, ma un prete nella sua comunità? O un genitore nei suoi rapporti coi figli? O un politico? O qualche ragazzetto in vena di dare lezioni di vita a suon di cazzotti in bocca? O gente pronta a punire a frustate i colpevoli, o a far saltare in aria un mercato? E se fosse una massa di persone?
Nel Piccolo manuale di Umanesimo ateo scrivo: “C’è chi crede che il bene e il suo volere coincidano sempre, e si tiene in perfetto equilibrio. Bene! Ma quanto spesso si insegna e quanto spesso accade che l’equilibrio si spezzi in favore di dio?
Se fare il bene diventa secondario al suo volere, e arrivarci da soli non è più importante, se essere in gamba vale meno che essere fedeli, se impegnarsi a risolvere le cose si fa inessenziale rispetto alla sola carità, se la vita diventa soltanto un tortuoso passaggio per l’aldilà e lo scopo non è più goderne insieme, ma temere per la propria salvezza… gradualmente Dio, e non più il bene, diventa il centro assoluto. Accumulare punti con Dio per dimostrargli quanto siamo degni del paradiso, si fa più importante di una buona azione in sé: «Quello che dice, credo. Quello che vuole, faccio.».
Quando questo è ciò che si apprende, che la dottrina vale più dei fatti e la gerarchia più di tutti gli uomini, dio e il bene non sono più in sintonia, ma in conflitto, e i problemi non sono lontani”.