Benedetto XVI alle Fosse Ardeatine, lo scorso 27 marzo. Riducendo la strage ad una “offesa a Dio” e cogliendo l’ennesima occasione per denigrare gli esseri umani e predicare il suo catechismo, non fa che il suo porco lavoro. Ma si può – e si deve? – essere in disaccordo.
Trovo una vergogna che:
Non abbia onorato i caduti in quanto tali.
Non abbia ripudiato la “violenza dell’uomo sull’uomo” in quanto tale, ma come offesa al suo dio.
Non abbia sostenuto dignità e fratellanza fra gli uomini in quanto uomini, ma in quanto figli del suo dio.
Abbia approfittato di questa visita (‘pellegrinaggio’) per elogiare un dio (il quale non riesce mai a parlare per sé) e il primato della fede (la sua, e solo la sua).
Abbia riaffermato un’immaginario percorso di salvezza passivamente dipendente da Dio e dalla fede, anziché dal senso etico e dal coraggio proprio dell’uomo, quando coltivati.
Abbia insultato l’umanità, rinnegandone qualità e potenzialità naturali e sostenendo che, da soli e senza Dio, non potremmo che essere che violenti e abietti.
Insista a dividerci in due schieramenti uguali e opposti, credenti e non credenti, quando ciò non serve davvero a una soluzione fondata sul bene comune, e invece fomenta battaglia.
Il tutto, ovviamente, senza provare una sola affermazione fra queste, ma procedendo fra miseri non sequitur, vaghe generalizzazioni e belle parole staccate da ogni contesto.
La povertà e la falsità di una tale visione dell’uomo e della vita dovrebbe essere evidente. Che Benedetto la celebri è legittimo, ciò non toglie che sia possibile e doverosa una risposta diretta. Che vi si oppongano ragioni altre, perché una volta sfrondate le coscienze si resti liberi, ma anche capaci di orientarsi e ricostruirsi una vita. È questa una responsabilità importante. Auspico che le forze laiche e umaniste, siano esse di credenti o non credenti, si intendano sul fatto che è necessario un cambiamento interiore e culturale, per uscire da una crisi italiana che è innanzitutto interiore e culturale. E che esse si facciano finalmente ascoltare su questo, tutti insieme, in modo chiaro, programmatico ed efficace.
Chiudo segnalandoil divertente sforzo satirico del forum Spinoza.it, e il bel post del sempre attento Maurizio Fiumara:
Quando papa Benedetto XVI, nella ricorrenza dello scempio del 24 marzo 1944, avvenuto alle Fosse Ardeatine, parla di “offesa gravissima a Dio”, è evidente il disumano paradosso, a dimostrazione che anche tra i ministri della Chiesa si siano smarriti i veri valori umani, allontanando ancora di più la speranza di poter trovare, un giorno, punti d’incontro tra il pensiero religioso cristiano e gli atti della ragione. [segue su Conversando sul trascendente]