Ratzinger non va in Sapienza, e festeggia la domenica a s. Pietro davanti a ‘200.000 persone’ che non hanno capito il senso della protesta dei 67 professori e degli studenti. Intendeva inaugurare una università statale, come se questo non avrebbe avuto il minimo significato di sconfinamento e ‘possesso’ clericale (simbolico, per carità), il senso di un’altra piccola bandiera conficcata in un territorio che è e deve restare pulito e libero dai fantasmi della fede. Lo scaltro prete che fa?
Grida all’aggressione laica, lui che laico non è, all’oscurantismo e alla censura, lui che non ammette dialogo con chi – semplicemente, serenamente – non la pensa come lui e non sopporta le sue prediche spocchiose, la sua filosofia faziosa, la sua logica viziata, i pregiudizi con cui formula giudizi sulla storia e sulle persone. Il grande censurato però si fa leggere il discorso ugualmente, davanti a una platea selezionata e tutta dalla sua parte.. Un discorso che inneggia alla libertà e alla verità. Tutto giusto se non fosse per il senso sotteso (la verità che intende è dio, la libertà vera è di riconoscerlo), politicamente e ipocritamente corretto.
Oh, scrivere abbiamo scritto tanto, chi vuole ne ha.. Ma un altro modo di comunicare un messaggio è farlo con umorismo. La satira, ah la satira! Ne farei un bel discorso alla Sapienza. Magari l’anno prossimo.