Viva le differenze, Matteo? Ma le differenze di cui parli sono artificiali, sono quelle che abbiamo inventato noi e che piacciono a te. Si chiama, in realtà, omologazione.
Le *vere* differenze, se capissi ciò che dici o se non usassi le parole furbamente in senso inverso (è grave in ogni caso), le creano i bambini stessi, liberi finalmente da ruoli impressi e incasellamenti forzati.
Le *vere* differenze le fanno loro, quando scelgono *liberamente* ciò che vogliono vestire, ciò con cui vogliono giocare. Allora avrai – avremo – bambini che vestono di azzurro ma anche di rosa (e di qualsiasi altro colore), bambini che giocano con i soldatini e il pallone ma anche, se vogliono, con bambole e trucchi, viceversa bambine in rosa ma anche in azzurro (o qualsiasi altro colore) che preferiscono le bambole o il pallone, secondo il loro gusto. Che non esistono colori e giochi ‘da maschi’ o ‘per bambine’. Ognuno sceglie (e scelga) il suo colore e il suo gioco, ti pare?
E per inciso, non c’è alcuna correlazione fra il tipo di giochi, la reale preferenza per l’altrui sesso qual che sia, e ciò che un bambino e bambina quindi preferirà da grande. Non ti preoccupare, se uno è etero è etero, se uno è gay è gay, lo scopriranno loro e non sarà né il gioco né i tuoi e vostri giochi di ruolo a dirglielo.
#matteomatteo #ruolisociali #ciocheenormale #trucchiretorici
Capisci Matteo, *così* si creano le differenze che dici di amare. Ma tu non ami le differenze davvero, tu ami la tua idea del mondo, e tutto il resto – che appunto è diverso – non è “normale”.
Di più: così si creano bambini che credono in sé stessi, che scelgono indipendenti e liberi, che non accettano le altrui convenzioni e gusti e credenze sulla parola. Bambini più felici, ma anche meno abituati a seguire il gregge, e futuri adulti che – non avendo sofferto quel lavaggio del cervello che in realtà proponi tu, chiamandolo libertà e normalità – faranno sesso con chi li attrae e non con chi ‘dovrebbero’, sapendo che non è un problema. Perché infatti non lo è.
Ma soprattutto, probabilmente, non voteranno più quelli che - con maestra ipocrisia – li vorrebbero chi solo in azzurro, chi solo in rosa (e men che mai in altri colori).
Diciamo, Matteo, che ai tuoi figli puoi insegnare ciò che vuoi (ma non ti illudere sul risultato): i nostri, tutti gli altri, stanne fuori. Grazie.