Errori di distrazione
Ognuno di questi errori è caratterizzato da l’uso scorretto di un operatore logico al fine di distrarre il lettore dall’evidente falsità di una certa frase. I seguenti sono ‘errori di distrazione’:
1. Falso dilemma
Si danno due scelte, quando di fatto ce ne sono almeno 3 (uso scorretto dell’operatore ‘o’)
2. Per ignoranza (argumentum ad ignorantiam)
Poiché qualcosa non si sa se è vera, si conclude che è falsa (uso scorretto dell’operatore ‘no’)
3. Pendio scivoloso
Si disegna tutta una serie di conseguenze sempre meno sensate (uso scorretto dell’operatore ‘se-allora’)
4. Questione complessa
Due dettagli slegati sono uniti in una singola frase (uso scorretto dell’operatore ‘e’)
Ricorso a ‘motivi’ invece che a prove
Gli errori in questa sezione hanno in comune la pratica di fare appello alle emozioni o ad altri fattori psicologici senza dare buone ragioni per credere.
Gli errori che seguono fanno ricorso a ‘motivi per’ invece che a ‘prove di’:
1. Ricorso alla forza/paura (argumentum ad baculum)
Il lettore viene convinto dalla forza o dal timore
2. Ricorso alla pietà (argumentum ad misercordiam)
Il lettore viene convinto dalla compassione
3. Conseguenze
Il lettore è informato di ‘conseguenze inaccettabili’
4. Pregiudizio
Chi ha dei valori ed è morale, da ragione all’autore
5. Popolarità (argumentum ad populum)
Un’idea è considerata corretta poiché tanti lo credono
Cambio di soggetto
Gli errori di questo tipo cambiano il soggetto della discussione: invece di parlare delle ragioni per cui credere o non credere a una certa affermazione, si mette in mezzo la persona che la sostiene. Se in alcune occasioni è utile citare un’autorità, quasi mai è appropriato discutere la persona invece che la questione.
Gli errori descritti in questa sezione sono
1. Attacco alla persona (argumentum ad hominem)
A. Si attacca il carattere della persona
B. Si attacca la sua situazione
C. La persona dice una cosa e ne fa un’altra
2. Ricorso all’autorità (argumentum ad verecundiam)
A. La persona non è un esperto del campo
B. Gli esperti del campo sono in disaccordo
C. L’esperto in realtà scherzava, era ubriaco comunque non diceva sul serio
3. Esperto anonimo – L’esperto in questione non viene nominato
4. Stile sulla sostanza – Il modo in cui un ragionamento è condotto porta a ritenerlo vero
Errori di induzione
Ragionare per ‘induzione’ consiste nell’arguire le caratteristiche di un’intera classe di oggetti da quelle di un campione di essi.
Per esempio, supponiamo di avere un barile di fagioli. Ne tiriamo fuori 100, tutti bianchi. Potremmo ragionevolmente stabilire, per induzione, che i fagioli nel barilotto sono della qualità bianca.
1. Generalizzazione affrettata
Il campione è troppo piccolo per farne una generalizzazione sulla popolazione
2. Campione non rappresentativo
Il campione è diverso dall’insieme considerato
3. Falsa analogia
Due oggetti o eventi che vengono comparati sono piuttosto diversi
4. Induzione pigra
La conclusione di un buon ragionamento induttivo è negata, nonostante le prove del contrario
5. esclusione
Una prova che cambierebbe il risultato di un ragionamento non è presa in considerazione
Errori di generalizzazione su dati statistici
Una generalizzazione è un’affermazione su una cosa normalmente vera, ma non proprio sempre, non al 100%. Spesso si esprime usando ‘La maggior parte di..’ (es. la maggior parte dei ragazzi non gradisce la verdura) e ‘Generalmente..’ (es. generalmente ai ragazzi non piace la verdura), ma a volte anche niente (es. ai ragazzi non piace la vedura).
La generalizzazione, spesso utile, resta comunque falsa in minima percentuale: l’errore avviene quando un autore tratta una generalizzazione come una legge *sempre* valida.Questa sezione descrive i seguenti errori in sillogismi che usano percentuali e dati statistici.
1. Caso particolare
Si considera una regola generale quando le circostanze suggeriscono un’eccezione
2. Caso particolare inverso
Si fa uso di un caso particolare in circostanze adatte alla regola generale
Errori di causa
È comune, ragionando, concludere che una cosa ne causa un’altra. Ma la relazione di causa-effetto è complessa, ed è facile commettere un errore.
In generale, diciamo che un fatto A (causa) provoca un fatto B (effetto) se e soltanto se:
A – Generalmente, se accade A poi accade B, e
B – Generalmente, se non accade A, non accade nemmeno B
Diciamo ‘generalmente’ perché ci sono sempre delle eccezioni. Per esempio, diciamo che ‘strusciare un fiammifero causa l’accensione del fiammifero’ perché:
A – Generalmente, quando un fiammifero viene strusciato, si accende (ma non se il fiammifero è bagnato), e
B – Generalmente, quando un fiammifero non viene strusciato, non si accende (a parte quando viene usato un accendino)
Molti richiedono anche che nello stabilire una causa si abbia il supporto di una legge naturale. Ad esempio, l’affermazione ‘strusciare un fiammifero causa l’accensione del fiammifero’ è supportata dal principio fisico che ‘la frizione produce calore, e il calore fuoco’. Questo non può essere fatto se la legge è ancora sconosciuta, o è essa stessa in discussione..
I seguenti sono errori ‘di causa’:
1. Coincidenza (post hoc ergo propter hoc)
Poiché una cosa segue un’altra, si sostiene che ne sia la causa
2. Effetto congiunto
Si suppone che una cosa ne provochi un’altra, quando in realtà sono ambedue effetti di una causa sottostante
3. Causa insignificante
Si suppone che una cosa ne provochi un’altra, ed è così, ma è insignificante rispetto ad cause maggiori
4. Direzione sbagliata
La direzione tra causa ed effetto è invertita
5. Causa complessa
La causa identificata è solo una parte dell’intera causa
Mancare il punto
Errori di questo tipo hanno in comune la generale incapacità di provare la correttezza della conclusione.
I seguenti sono casi dell’errore di Mancare il punto:
1. Ricorso alla premessa (Petitio principii)
La verità della conclusione è garantita.. dalla sua premessa
2. Conclusione irrilevante
L’argomentazione in difesa di un’idea ne prova un’altra
3. Spaventapasseri
L’autore risponde a una tesi diversa (e meno forte) di quella realmente sostenuta dall’opposizione
Errori di ambiguità
Gli errori di questo tipo sono tutti casi in cui il significato di una parola o di una frase è poco chiaro o equivoco.
Può accadere in due modi:
A – La parola o la frase è ambigua, cioè potrebbe avere più di un significato
B – La parola o la frase è vaga, cioè ha un significato incerto e oscuro1. Equivoco
La stessa parola viene usata in due significati diversi
2. Anfibolìa
La struttura della frase ha un’interpretazione ambigua
3. Accento
Enfasi su una parola o frase suggerisce un significato contrario a quello realmente inteso
Errore di categoria
L’errore di categoria si verifica quando l’autore presume in modo errato che un intero non è che la somma delle sue parti. Può accadere infatti che certe cose unite insieme acquistino caratteristiche che le singole parti separate non hanno.
Ecco gli errori di categoria:
1. Composizione
Poiché le parti di un intero hanno certi attributi, si assume che l’intero ha quegli attributi
2. Divisione
Poiché l’intero ha degli attributi, si desume che le parti hanno quegli stessi attributi
Non sequitur
L’espressione ‘Non sequitur’ è latina, e significa letteralmente ‘Non ne consegue’.
1. Dato il successivo
Qualsiasi argomento del tipo: se A allora B, B, dunque A
2. Precedente negato
Qualsiasi argomento del tipo: se A allora B, non A, dunque non B
3. Contraddizione
Affermare che argomentazioni contrarie o contraddittorie sono entrambe vere
Errori di sillogismo
Gli errori in questa sezione sono casi di sillogismo non valido:
1. Errore dei 4 termini (quaternio terminorum)
Un sillogismo include 4 elementi (invece di tre)
2. Medio non distribuito
Due categorie separate si vogliono connesse perché condividono una stessa proprietà
3. Maggiore illecito
Ciò che si dice del soggetto della conclusione riguarda un’intera classe, ma le premesse si riferiscono solo ad alcuni casi
4. Minore illecito
Il soggetto della conclusione è un’intera classe, ma le premesse si riferiscono solo ad alcuni casi
5. Conclusione affermativa da premessa negativa
(il nome già spiega)
6. Errore esistenziale
Una semplice conclusione particolare è derivata da premesse universali
Errori di spiegazione
Una spiegazione è una forma di ragionamento che prova a rispondere alla domanda ‘Perché?’ Ad esempio, è con una spiegazione che rispondiamo a domande tipo ‘Perché il cielo è blu?’.
Una buona spiegazione si baserà su una teoria scientifica o empirica. La spiegazione del ‘perché il cielo è blu’ verrà data in relazione alla composizione dell’atmosfera e alla teoria della rifrazione della luce.I seguenti invece sono errori di spiegazione:
1. Fenomeno scomparso
Il fenomeno che viene spiegato non esiste
2. Prova manipolata
Le prove per il fenomeno spiegato fanno capo a un pregiudizio
3. Non-testabilità / Non-falsificabilità
La teoria offerta non può essere né testata né trovata falsa in alcun modo.
4. Scarsa portata
La teoria offerta può spiegare solo una cosa
5. Scarsa profondità
La teoria offerta non parte dalle cause sottostanti
Errori di definizione
Allo scopo di rendere chiari concetti e parole, usiamo definizioni. Con una definizione vogliamo chiarire esattamente il significato di una parola, o di un concetto. Una buona definizione dovrebbe mettere in grado una persona di capire una parola o concetto, senza altro aiuto da quel momento in poi.
Ad esempio, supponiamo di voler definire la parola ‘mela’. Se la definizione ha successo, la persona dovrebbe essere in grado di girare il mondo, guardare qualsiasi mela che trovi e riconoscere che è proprio solo una mela. Se non riconosce qualche mela, o prende delle pere per mele, o non sa per sicuro se un certo frutto è una mela, allora la definizione è sbagliata o incompleta.I seguenti sono errori di definizione:
1. Troppo vasta
La definizione abbraccia oggetti che non dovrebbero essere inclusi
2. Troppo stretta
La definizione non abbraccia oggetti che dovrebbero essere inclusi
3. Mancanza di chiarezza
La definizione offerta è più difficile da da capire della parola o concetto che spiega
4. Spiegazione circolare
La conclusione include il concetto da spiegare come parte della spiegazione
5. Condizioni in conflitto
Gli elementi della conclusione sono contraddittori