Scuola pubblica e laica, campagna social Uaar: Che Guevara, Ronaldo e il crocifisso?
Non su questi muri.

Il crocifisso in classe (e, più in generale, nei luoghi pubblici) è uno dei casi in cui più palesemente si (di)mostra la carenza di laicità nel nostro Paese, tanto quanto l'insistenza (s)ragionata, in nome di una fede, a forzarla per la gola di tutti. Due aspetti dello stesso problema che mi piace evidenziare distinti, per attaccarli uno alla volta, e che sono legati al più grande problema della mancanza di cultura, etica, e abitudine al buon ragionare che affligge l'Italia da tempo.  
Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
11 Settembre 2018 + edit 25 Settembre 2018
1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (No Ratings Yet)
Loading...

Mi pia­ce la nuo­va cam­pa­gna social del­l’Uaar:

UAAR e laicità, campagna crocifisso 2018 sui social

Del­lo stes­so pro­ble­ma del cro­ci­fis­so ave­vo già par­la­to indie­tro nel 2009 (Come ti cro­ci­fig­go gli idea­li).
Da allo­ra nul­la è cam­bia­to, sem­mai la situa­zio­ne è peg­gio­ra­ta (Il cro­ci­fis­so spie­ga­to a Sal­vi­ni. Lai­ci­tà e valo­ri civi­li pri­ma di qual­sia­si fede).

Peg­gio­ra per­ché, a una con­tra­zio­ne costan­te del nume­ro di cre­den­ti cat­to­li­ci negli anni (fra i qua­li è anche neces­sa­rio distin­gue­re fra sem­pli­ce appar­te­nen­za ed effet­ti­va par­te­ci­pa­zio­ne: i nume­ri di chi di fat­to pra­ti­ca secon­do dot­tri­na sono anco­ra mino­ri) non cor­ri­spon­de anco­ra pres­so­ché alcu­na vera pro­po­sta alter­na­ti­va, per­lo­me­no in ter­mi­ni di socie­tà come inte­ro (mol­te sono le real­tà più pic­co­le che ne fan­no, a qua­li­tà varia­bi­le).

Il che è in sé stes­sa un’al­ter­na­ti­va, essen­do una con­di­zio­ne nel­la qua­le ci si vie­ne a tro­va­re. Ed è quel­la appun­to di una sor­ta di lim­bo, di ter­re­no mol­le, in cui se da una par­te si è meno cat­to­li­ci, dal­l’al­tra non si impa­ra a pen­sa­re, non si col­ti­va­no valo­ri, non si fa cul­tu­ra.
Su que­sto ter­re­no mol­le, liqui­do, infor­me, la qua­li­tà del­la vita affon­da len­ta­men­te, e nel­la giu­sta e a vol­te dispe­ra­ta aspi­ra­zio­ne ad ave­re – ed esse­re – di più, ma sen­za mez­zi ido­nei a far­lo vera­men­te, appun­to caren­ti, c’è spa­zio per nuo­vi ecces­si.

L’im­ma­tu­ri­tà per­so­na­le faci­li­ta infat­ti un mec­ca­ni­smo di coping fat­to di scel­te faci­li quan­to impru­den­ti e dan­no­se, come quel­la del puro egoi­smo, del rifiu­to di respon­sa­bi­li­tà e del­l’in­dif­fe­ren­za, ma anche il pas­sa­re ad altra fede reli­gio­sa o tro­var­se­ne di tipo non reli­gio­so – ad esem­pio poli­ti­co – chiu­den­do il grup­po fra le mura di nuo­vi dog­mi e divi­den­do­lo dal resto, a vol­te con un accre­sciu­to sen­so di pre­sun­zio­ne arro­gan­te.

C’è poi chi non cam­bia, e non ne ha inten­zio­ne. Chi si ritie­ne anco­ra nel giu­sto in quan­to cat­to­li­co, e per rifles­so riget­ta la seco­la­riz­za­zio­ne rad­dop­pian­do gli sfor­zi alla ricon­qui­sta di uno sta­tus ormai giu­sta­men­te per­du­to, dispie­gan­do tat­ti­che inva­si­ve e giu­sti­fi­can­do­si con quel­le reto­ri­che.
Esat­ta­men­te come nel caso del cro­ci­fis­so, le cui ‘ragio­ni’ per espor­lo e impor­lo sono così aper­ta­men­te erra­te che solo all’in­ter­no di un siste­ma inca­pa­ce di ragio­na­re e sen­ti­re e osser­va­re cor­ret­ta­men­te, per espli­ci­to rifiu­to a mon­te (i dan­ni del­la fede cie­ca) pos­so­no esse­re soste­nu­ti, vuoi con sin­ce­ri­tà, vuoi per tat­ti­ca.

Allo­ra, il lavo­ro da fare a me pare dop­pio – più gran­de, e su due bina­ri: la lot­ta per una lai­ci­tà del­lo Sta­to rea­le e com­piu­ta, accan­to alla pro­po­sta di un arric­chi­men­to socia­le – quin­di inte­rio­re - capa­ce di frut­ti diver­si e miglio­ri.

L’Uaar (Unio­ne degli Atei e degli Agno­sti­ci Razio­na­li­sti) è una real­tà for­te che lavo­ra mol­to e mol­to bene sul pri­mo bina­rio, discre­ta­men­te ma sem­pre meglio sul secon­do. Dagli un’oc­chio, e avan­ti così, insie­me!