Sentinelle in piedi. Da troppo tempo.


Pubblicato in Religioni e sètte
18 Aprile 2014
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Sul sito di Cro­na­che Lai­che è usci­to que­sto arti­co­lo: I raz­zi­sti del­la por­ta accan­to: lo stra­no caso del­le Sen­ti­nel­le del­l’o­mo­fo­bia
Vi si rile­va che: “Grup­pi di cat­to­li­ci oltran­zi­sti – con la bene­di­zio­ne del­l’e­stre­ma destra – attua­no una for­ma di pro­te­sta con­tro il ddl sul­l’o­mo­tran­sfo­bia, anco­ra fer­mo in Par­la­men­to”.

Ora, mani­fe­sta­re libe­ra­men­te (e paci­fi­ca­men­te) il pro­prio pen­sie­ro è dirit­to di tut­ti. Que­ste per­so­ne giu­sta­men­te lo sfrut­ta­no. Pec­ca­to che mani­fe­sta­no *con­tro* il dirit­to di *altri* a far­lo.
E pure in modo inten­zio­nal­men­te eva­si­vo (ipo­cri­ta?), dal momen­to che lo fan­no in for­za del pro­prio cre­do cat­to­li­co, ma dicen­do­si ‘acon­fes­sio­na­li’.

Ci si chie­de quin­di: “Per­ché anco­ra oggi mol­ti cat­to­li­ci riten­go­no di dover mani­fe­sta­re la loro fede por­tan­do avan­ti cro­cia­te con­tro per­so­ne solo per­ché diver­se? Cosa c’en­tra Gesù con il rifiu­to del­le per­so­ne omo­ses­sua­li e dei loro dirit­ti?”.
Doman­de legit­ti­me, che evi­den­zia­no un pro­ble­ma nel cre­do e negli atteg­gia­men­ti di anco­ra tan­ti cat­to­li­ci riguar­do alla con­vi­ven­za nel­le diver­si­tà. Eppu­re non dovreb­be sor­pren­de­re: se nel mede­si­mo libro sacro si tro­va una con­dan­na all’o­mo­ses­sua­li­tà (per esem­pio) e la fede per sé stes­sa obbli­ga a cre­der­ci, poco impor­ta se in altri pas­si un Gesù sareb­be più tol­le­ran­te, sem­pre cre­der­ci si deve.
Eppoi, non si rivol­tò Gesù stes­so con­tro cer­ti modi di fare? E non era lui a chie­de­re la fede? Se que­sto por­ta alcu­ni all’in­tol­le­ran­za, come altri inve­ce alla tol­le­ran­za, non si può dire abbia­no tor­to, se non entram­bi nel non rile­va­re la con­trad­di­zio­ne.
Non è un pro­ble­ma di ‘inter­pre­ta­zio­ne cor­ret­ta’, ma di prio­ri­tà: quan­do un dio e le sue (pre­sun­te) richie­ste scrit­te ven­go­no rite­nu­te più impor­tan­ti del rispet­to reci­pro­co e del­la digni­tà del­l’uo­mo come tale, ogni ‘diver­si­tà’ è una minac­cia e va cie­ca­men­te com­bat­tu­ta.