Sul sito di Cronache Laiche è uscito questo articolo: I razzisti della porta accanto: lo strano caso delle Sentinelle dell’omofobia
Vi si rileva che: “Gruppi di cattolici oltranzisti – con la benedizione dell’estrema destra – attuano una forma di protesta contro il ddl sull’omotransfobia, ancora fermo in Parlamento”.
Ora, manifestare liberamente (e pacificamente) il proprio pensiero è diritto di tutti. Queste persone giustamente lo sfruttano. Peccato che manifestano *contro* il diritto di *altri* a farlo.
E pure in modo intenzionalmente evasivo (ipocrita?), dal momento che lo fanno in forza del proprio credo cattolico, ma dicendosi ‘aconfessionali’.
Ci si chiede quindi: “Perché ancora oggi molti cattolici ritengono di dover manifestare la loro fede portando avanti crociate contro persone solo perché diverse? Cosa c’entra Gesù con il rifiuto delle persone omosessuali e dei loro diritti?”.
Domande legittime, che evidenziano un problema nel credo e negli atteggiamenti di ancora tanti cattolici riguardo alla convivenza nelle diversità. Eppure non dovrebbe sorprendere: se nel medesimo libro sacro si trova una condanna all’omosessualità (per esempio) e la fede per sé stessa obbliga a crederci, poco importa se in altri passi un Gesù sarebbe più tollerante, sempre crederci si deve.
Eppoi, non si rivoltò Gesù stesso contro certi modi di fare? E non era lui a chiedere la fede? Se questo porta alcuni all’intolleranza, come altri invece alla tolleranza, non si può dire abbiano torto, se non entrambi nel non rilevare la contraddizione.
Non è un problema di ‘interpretazione corretta’, ma di priorità: quando un dio e le sue (presunte) richieste scritte vengono ritenute più importanti del rispetto reciproco e della dignità dell’uomo come tale, ogni ‘diversità’ è una minaccia e va ciecamente combattuta.