Buon natale! E un felice, meraviglioso 2008 a tutti noi. Che in questo anno che abbiamo davanti possiamo migliorare la nostra vita e sentirci più liberi e realizzati. Lo scorso, duro 2007 abbiamo piantato molti piccoli semi, ma c’è ancora così tanto da fare!!
Il 25 dicembre ho fatto gli auguri ai miei cari e ai miei amici (sul blog no, ma eccoli in ritardo!!), e una di essi, atea, si è meravigliata e mi ha ironicamente risposto: «Auguri di buon anno anche a te… ma il natale???????!!!! Di mitra, spero!!!!».. 😀
No, non di mitra. Ma nemmeno di gesù..
Perché il natale, o meglio l’idea di festeggiare in questo periodo dell’anno, gli ultimi di dicembre, non è nato con il cristianesimo ma lo precede di secoli e in tante culture diverse. E naturalmente oggi, è per molti un evento molto diverso da una festività religiosa: la nascita di gesù per i credenti è certo importante, ma per la maggioranza di essi – penso si possa dire – è più centrale uno spirito di ritrovata amicizia, di fratellanza, un’occasione per scambiarsi affetto e doni, e più in generale per risvegliare i buoni sentimenti e ripensare ai valori più importanti.
Nel festeggiarlo insieme, in famiglia il natale e con gli amici il capodanno, assecondiamo quel desiderio di stare bene insieme che tutti proviamo – e anche questo penso si possa dire, senza tema di generalizzare. Siamo poi bravissimi a scordarcene durante l’anno, ma questo è un altro problema. Ciò che conta è la voglia di stare insieme, di farci dei regali, di festeggiarci ed augurarci il meglio del meglio l’un l’altro. Meraviglioso!
È lo spirito moderno del natale, quella brezza rossa che spira da fine novembre alla befana..
In questo senso, che è poi il senso originale pre-cristiano, se la vivono i tanti nuovi atei e agnostici, i non credenti e gli altro-credenti, che vivono per qualche giorno con più forza l’importanza dei legami affettivi e dei valori di convivenza più alti.. E li vivono in quanto tali, per la loro giustizia e bellezza intrinseca all’uomo, dunque slegati sia dal ricordo propriamente cristiano dell’Avvento, sia dalla necessità per nulla necessaria di derivarli da un qualsivoglia dio.
Liberi da simili idee, ugualmente si ritrovano e si amano.
Che meraviglia lo Spirito del Natale, simbolo di amore, calore e generosità!
Di fatto, nel natale moderno si mischiano tradizioni religiose e secolari di diverse culture, che in questi speciali giorni d’inverno usavano festeggiare. Al presepe si aggiunge o si alterna l’albero addobbato proveniente dalla ‘pagana’ nord Europa, lo scambio di doni e il banchetto derivano dalla festa dei Saturnali nell’antica Roma, la data del 25 risale al 3° secolo EC con il Sol Invictus (simbolo di diversi dèi, fra cui Mitra) ed è da sempre legata alle celebrazioni del solstizio d’inverno (momento in cui il sole ‘rinasce’ e i giorni si allungano). La figura di Babbo Natale fonde in sé diverse figure religiose e popolari (tra cui Odino, che porta doni e dolci ai bambini che avessero riempito gli stivali con cibo per il suo cavallo Sleipnir, il san Nicola cristiano e il Father Christmas inglese), via via perdendo ogni senso religioso e trasformandosi nel paffuto uomo buono e magico vestito di rosso nel corso del 1800, fino al vero e unico Babbo Natale – secolare e laico – che ben conosciamo!
Dunque, questa è la mia risposta alla mia amica: il natale non è una festa esclusivamente cristiana! E da non credenti, da umanisti, possiamo quindi festeggiarlo quanto ci pare, legittimamente!
Sono certo che la mia amica avrà perfettamente capito. Ho speranze anche per Claudio Magris.