Teocrazia Italia” – L’Italia è uno Stato laico?


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo e Religioni e sètte
17 Novembre 2008
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Pub­bli­co con pia­ce­re (dop­pio: è la pri­ma vol­ta che su Anti­ca­te­chi­smo c’è un altro auto­re) la pri­ma par­te di un dos­sier a me invia­ta da Gaspa­re Ser­ra. Sul suo inte­res­san­te blog ‘Spa­zio Libe­ro’ tro­ve­re­te le altre 4 par­ti. A metà del post, un mio com­men­to.

Chiesa Cattolica S.P.A.: l’altra faccia del neo-confessionismo di stato

Come sot­to­li­nea­to dal­la sen­ten­za n. 203 del­la Cor­te Costi­tu­zio­na­le, per la Costi­tu­zio­ne Ita­lia­na la lai­ci­tà è un “prin­ci­pio supre­mo del­lo Sta­to”: “il prin­ci­pio di lai­ci­tà, qua­le emer­ge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 del­la Costi­tu­zio­ne, impli­ca non indif­fe­ren­za del­lo Sta­to dinan­zi alle reli­gio­ni, ma garan­zia del­lo Sta­to per la sal­va­guar­dia del­la liber­tà di reli­gio­ne, in regi­me di plu­ra­li­smo con­fes­sio­na­le e cul­tu­ra­le.”
Nei fat­ti la situa­zio­ne è mol­to diver­sa da quel che appa­re: l’affermazione del­la pie­na lai­ci­tà del­le Isti­tu­zio­ni è ben lon­ta­no dall’essere una con­qui­sta comu­ne e con­di­vi­sa, appa­ren­do anco­ra una meta cui ambi­zio­sa­men­te ten­de­re.
I moti­vi sono mol­to diver­si ma tut­ti lega­ti all’ingombrante pre­sen­za e alla for­te auto­ri­tà eser­ci­ta­ta dal­la Chie­sa cat­to­li­ca nel­la Socie­tà e sul­le Isti­tu­zio­ni:

- il cat­to­li­ce­si­mo è for­te­men­te pre­sen­te in Ita­lia men­te le altre reli­gio­ni sono pre­sen­ti in per­cen­tua­le mol­to bas­sa
– l’I­ta­lia ha instau­ra­to un rap­por­to pri­vi­le­gia­to con lo Sta­to del­la Cit­tà del Vati­ca­no, con cui  ha sti­pu­la­to e rin­no­va­to accor­di di for­te inte­gra­zio­ne (Pat­ti Late­ra­nen­si e Con­cor­da­to)
– per qua­si tut­ta la secon­da metà del XX seco­lo, un solo par­ti­to (la Demo­cra­zia Cri­stia­na, espli­ci­ta­men­te ispi­ra­to ai prin­ci­pi del cat­to­li­ce­si­mo) ha assun­to una posi­zio­ne di qua­si pre­do­mi­nio ideo­lo­gi­co nel Pae­se
– l’associazionismo cat­to­li­co, rap­pre­sen­ta­to prin­ci­pal­men­te dal­le ACLI, dal­l’A­zio­ne Cat­to­li­ca e dal­l’A­GE­SCI, ha assun­to un’influenza deci­si­va sul­la clas­se poli­ti­ca.

La ragio­ne di fon­do, però, è un’altra: la Chie­sa Cat­to­li­ca giu­di­ca nega­ti­va­men­te la visio­ne lai­ca del­lo Sta­to per­ché, al con­tra­rio, ad esem­pio, del­le Chie­se Pro­te­stan­ti che pre­di­li­go­no un rap­por­to diret­to con i fede­li e sono con­vin­te del­la neces­si­tà di non impor­re alcun loro pre­cet­to per leg­ge anche a colo­ro che non sono cre­den­ti, i Cat­to­li­ci riten­go­no la Poli­ti­ca uno stru­men­to a ser­vi­zio del­la loro Veri­tà!
La nostra Demo­cra­zia par­la­men­ta­re, a ragio­ne del­la sua debo­lez­za e man­can­za di auto­re­vo­lez­za, sui più impor­tan­ti temi eti­ci (che richie­do­no rispo­ste dal­la Poli­ti­ca) e su argo­men­ti più sva­ria­ti risul­ta, di fat­to, sot­to com­mis­sa­ria­men­to del­le gerar­chie vati­ca­ne, inca­pa­ce di rispon­de­re alla doman­da di nuo­vi dirit­ti che pro­vie­ne dal­la Socie­tà moder­na sen­za tener con­to dei moni­ti del­la Cei e del­le posi­zio­ni di Avve­ni­re.
La dif­fu­sio­ne del­la cul­tu­ra lega­ta alla Chie­sa Cat­to­li­ca fa si che nel nostro ordi­na­men­to sia­no accet­ta­te nor­me e usan­ze lega­te alla tra­di­zio­ne cat­to­li­ca ben­ché lesi­ve del­l’u­gua­glian­za fra i cit­ta­di­ni.
Nes­su­no vuo­le imba­va­glia­re il dirit­to del­la Chie­sa di espri­mer­si libe­ra­men­te: il Capo del­lo Sta­to Vati­ca­no, in qua­li­tà di rap­pre­sen­tan­te del­la gran­de Comu­ni­tà cri­stia­na pre­sen­te in Ita­lia, oppu­re il card. Bagna­sco, a capo del­la Cei, han­no pie­no dirit­to a mani­fe­sta­re il loro dis­sen­so sull’agenda di Gover­no e i prov­ve­di­men­ti allo stu­dio del Par­la­men­to. La Costi­tu­zio­ne ita­lia­na, però, non rico­no­sce­re loro alcun pote­re di veto né alcu­na fun­zio­ne isti­tu­zio­na­le (come tal vol­ta sem­bra­no assu­me­re!).

Secon­do l’art. 7 del­la nostra Costi­tu­zio­ne, “Lo Sta­to e la Chie­sa cat­to­li­ca sono (rec­tius: dovreb­be­ro esse­re), cia­scu­no nel pro­prio ordi­ne, indi­pen­den­ti e sovra­ni”. Il dub­bio che ciò sia vero, però, sus­si­ste e tro­va una pri­ma ragion d’essere pro­prio in Costi­tu­zio­ne:

- nel­lo stes­so art. 7, che rico­no­sce alla Chie­sa cat­to­li­ca il ran­go di “pote­re indi­pen­den­te”, tute­la­to dai Pat­ti e dal Con­cor­da­to, men­tre rego­la, al suc­ces­si­vo art.8, il rap­por­to tra lo Sta­to e le altre con­fes­sio­ni reli­gio­se sul­la base di più mode­ste, arbi­tra­rie ed even­tua­li inte­se
– e sia nell’art. 7 che 8, ove pre­ve­do­no spe­cia­li garan­zie e pri­vi­le­gi per chi pro­fes­sa una con­fes­sio­ne reli­gio­sa men­tre si dimen­ti­ca­no di far cen­no mini­ma­men­te alla liber­tà di reli­gio­ne “in nega­ti­vo”: atei, agno­sti­ci e simi­li non han­no for­mal­men­te rico­no­sciu­to il dirit­to di non pro­fes­sa­re alcu­na reli­gio­ne. E tale appun­to non è mera­men­te for­ma­le!

In Ita­lia esi­ste una gra­ve distan­za tra la poli­ti­ca uffi­cia­le e la socie­tà civi­le nell’affrontare temi eti­ci (spe­cie in un Par­la­men­to in cui non sono più rap­pre­sen­ta­te le for­ze poli­ti­che d’ispirazione più lai­ca). Nono­stan­te il con­ta­gio del più bie­co ser­vi­li­smo nei con­fron­ti dei pote­ri for­ti che col­pi­sce sem­pre più ampia par­te del­la Poli­ti­ca, resi­ste anco­ra (e ad essa dob­bia­mo dare voce) un’altra Ita­lia, un’Italia lai­ca [* un mio com­men­to]:

- che cre­de che la con­vi­ven­za civi­le si fon­di sul rispet­to, sul­le liber­tà e sul­lo spi­ri­to cri­ti­co di ognu­no
– che con­dan­na ogni for­ma d’integralismo ideo­lo­gi­co
– che non vor­reb­be mai impor­re a nes­su­no valo­ri uni­ci e veri­tà asso­lu­te
– che cre­de che la liber­tà e la demo­cra­zia tro­vi fon­da­men­to sul­la auto­no­mia del­le Isti­tu­zio­ni da ogni pote­re for­te
– e che con­fi­da nell’individuo qua­le padro­ne di sé e libe­ro di sce­glier­si la pro­pria mora­le.

La cosa che più scon­cer­ta non sono le pre­te­se cle­ri­ca­li di deci­de­re l’agenda di gover­no (si veda il caso dei DICO o del Testa­men­to bio­lo­gi­co) o le inge­ren­ze del­la Chie­sa sui pub­bli­ci pote­ri e sul fun­zio­na­men­to del­la demo­cra­zia in Ita­lia (si veda il ruo­lo deci­si­vo di “Comi­ta­to per il NO” che ha assun­to il Vati­ca­no in occa­sio­ne del refe­ren­dum sul­la pro­crea­zio­ne assi­sti­ta nel 2005), ben­sì l’acquiescenza e i segna­li di resa del­le for­ze poli­ti­che e cul­tu­ra­li del Pae­se.
La real­tà è che l’Italia non è uno Sta­to moder­no per­ché man­ca di attua­zio­ne uno dei prin­ci­pi su cui lo sta­to moder­no si fon­da (assie­me a quel­lo del­lo sepa­ra­zio­ne dei pote­ri): il prin­ci­pio di “lai­ci­tà”, quel­lo che ha sal­va­to l’Europa dal­le guer­re reli­gio­se e ha garan­ti­to la liber­tà di cul­to, la distin­zio­ne tra dirit­to e mora­le.
La gerar­chia eccle­sia­sti­ca inter­vie­ne qua­si quo­ti­dia­na­men­te e pesan­te­men­te sull’attività del Gover­no e del Par­la­men­to, addi­rit­tu­ra sul­le trat­ta­ti­ve per la for­ma­zio­ne degli ese­cu­ti­vi. Poi­ché al mon­do cat­to­li­co man­ca il gran­de par­ti­to di rife­ri­men­to che fu la DC, è la Chie­sa stes­sa a “far­si par­ti­to”, dimen­ti­can­do la sua fun­zio­ne uni­ca­men­te spi­ri­tua­le di gui­da del­le ani­me.
Le ele­zio­ni poli­ti­che del­lo scor­so apri­le han­no rap­pre­sen­ta­to l’ennesimo ban­co di pro­va, con nume­ro­si ver­ti­ci del­la Chie­sa “sce­si in cam­po”, sull’onda del­la bat­ta­glia ideo­lo­gi­ca ini­zia­ta da Lucia­no Fer­ra­ra:

- per riven­di­ca­re la neces­si­tà di rive­de­re la leg­ge 194
– per con­dan­na­re ogni pro­mes­sa elet­to­ra­le di rego­la­men­ta­zio­ne del­le cop­pie di fat­to
– e per invi­ta­re l’elettorato ita­lia­no, a pochi gior­ni dal voto, a tener con­to del­la posi­zio­ne dei par­ti­ti sui temi eti­ci pri­ma di sce­glie­re nel­le urne.

Addi­rit­tu­ra all’interno del PD abbia­mo assi­sti­to alla nasci­ta di una cor­ren­te poli­ti­ca (i “Teo­dem”, gui­da­ti dall’on. Binet­ti) aper­ta­men­te ispi­ra­ta a posi­zio­ne ten­den­zial­men­te “teo­cra­ti­che”!
Come non denun­cia­re, poi, gli attac­chi e i moni­ti alla magi­stra­tu­ra ita­lia­na pro­fe­ri­ti, in pri­mis, da mon. Bagna­sco pri­ma e con­tro la sen­ten­za del­lo scor­so 13 novem­bre del­le S.U. del­la Cass. sul caso di Elua­na Engla­ro? E la dura con­dan­na del­la sen­ten­za che ne è segui­to, con l’invito alle for­ze ami­che dell’attuale mag­gio­ran­za poli­ti­ca di appro­va­re al più pre­sto una leg­ge per impe­di­re che sen­ten­ze del gene­re si ripe­ta­no?
Esem­pi del gene­re non fan­no più scan­da­lo per­ché costan­te­men­te ed osses­si­va­men­te ripe­tu­ti con ampio spa­zio con­ces­so dal mon­do dell’informazione: dopo il nostro Pre­si­den­te del Con­si­glio, è il papa il per­so­nag­gio che tro­va più spa­zio nell’informazione tele­vi­si­va! Tor­nan­do indie­tro con la memo­ria di qual­che anno, poi, si sco­pre come il cli­ma non sia mai cam­bia­to.
Risal­go­no al 1999 le pesan­ti paro­le sul tema dell’immigrazione dell’allora arci­ve­sco­vo di Bolo­gna Gia­co­mo Bif­fi, dichia­ran­te che “lo Sta­to ita­lia­no dovreb­be con­sen­ti­re ai musul­ma­ni in Ita­lia solo ciò che nei pae­si musul­ma­ni è effet­ti­va­men­te con­sen­ti­to agli altri. Lo Sta­to (…) fac­cia quel­lo che la Chie­sa non può fare: adot­ta­re il pic­co­lo stru­men­to del­la reci­pro­ci­tà come pres­sio­ne sull’Islam”. In pra­ti­ca, un invi­to al Gover­no ita­lia­no a non trat­ta­re gli immi­gra­ti in egual modo ben­sì in rela­zio­ne alla loro fede reli­gio­sa e a sele­zio­na­re l’immigrazione  favo­ren­do quel­la cat­to­li­ca, in pie­no dispre­gio dell’art. 3 del­la nostra Costi­tu­zio­ne!
E come dimen­ti­ca­re quan­to han­no sbrai­ta­to le auto­ri­tà vati­ca­ne, nel 2000, per impe­di­re una libe­ra e paci­fi­ca mani­fe­sta­zio­ne rite­nu­ta “inop­por­tu­na” nell’anno del Giu­bi­leo: ossia il “World gay pri­de”? For­tu­na­ta­men­te l’unico risal­ta­to otte­nu­to è sta­to costrin­ge­re l’allora Sin­da­co di Roma, Rutel­li, a nega­re il patro­ci­nio alla mani­fe­sta­zio­ne e, indi­ret­ta­men­te, sol­le­ci­ta­re miglia­ia di fami­glie comu­ni a scen­de­re in piaz­za anche solo per riven­di­ca­re quan­to sia bel­lo vive­re in una Repub­bli­ca demo­cra­ti­ca in cui vige anco­ra l’art. 21 del­la Cost.! Già, ma come non dar peso all’amaro lap­sus dell’allora Mini­stro degli Inter­ni, Giu­lia­no Ama­to, che, come a voler­si giu­sti­fi­ca­re agli occhi del­la Chie­sa, si è lascia­to scap­pa­re un “pur­trop­po” al rico­no­sci­men­to che quel­la mani­fe­sta­zio­ne era legit­ti­ma e che non avreb­be potu­to far nul­la per impe­dir­la?!
Il tema del­la lai­ci­tà non solo è costan­te­men­te attua­le ma riguar­da sor­pren­den­te­men­te la vita di ognu­no di noi più di quan­to tra­spa­ia: se l’Italia è il pae­se occi­den­ta­le con la legi­sla­zio­ne più arre­tra­ta sul pia­no dei dirit­ti civi­li e di liber­tà ciò è dovu­to pro­prio alla man­can­za di auto­no­mia del­la Poli­ti­ca dai pote­ri for­ti!
Uno Sta­to for­te e demo­cra­ti­co è uno Sta­to in cui in Par­la­men­to sie­do­no rap­pre­sen­tan­ti del­la Socie­tà civi­le che si fan­no cari­co dei biso­gni espres­si dal­la Comu­ni­tà nazio­na­le ed in cui un Gover­no ope­ri libe­ro da ogni altro con­di­zio­na­men­to che non sia il benes­se­re gene­ra­le. Uno Sta­to lai­co è uno Sta­to che ren­de chia­ra la dif­fe­ren­za tra il gover­na­re ed il gui­da­re spi­ri­tual­men­te un Pae­se.
Il gior­no in cui la Poli­ti­ca ita­lia­ni, sen­za pre­giu­di­zi, con­di­zio­na­men­ti e visie­re:
– saprà discu­te­re di come affron­ta­re il pro­ble­ma del­la revi­sio­ne del­la leg­ge Mer­lin sul­la pro­sti­tu­zio­ne o del­la leg­ge 40 sul­la pro­crea­zio­ne assi­sti­ta o il dram­ma del­la dro­ga o del­la man­can­za infor­ma­zio­ne ses­sua­le dei gio­va­ni (spe­cie sull’utilizzo dei con­trac­cet­ti­vi come arma per com­bat­te­re l’AIDS)
– saprà met­te­rà all’ordine del gior­no un d.d.l., come quel­lo sull’indulto o sul testa­men­to bio­lo­gi­co o sui DICO, sen­za che sia la Cei ad indi­ca­re l’agenda del Par­la­men­to
– saprà met­te­re un pun­to fer­mo su alcu­ne con­qui­ste di civil­tà otte­nu­te a fati­ca, come la leg­ge 194 sull’interruzione di gra­vi­dan­za, e saprà apri­re la stra­da a nuo­ve con­qui­ste, come la pil­lo­la ru486
que­sto sarà il tem­po in cui anche l’Italia potrà esse­re indi­ca­ta come uno Sta­to moder­no, una Demo­cra­zia matu­ra ed una Socie­tà che non ha pau­ra del pro­prio futu­ro.

Gaspa­re Ser­ra (il dos­sier con­ti­nua sul blog Spa­zio Libe­ro)

[*] “Resi­ste anco­ra (e ad essa dob­bia­mo dare voce) un’altra Ita­lia, un’Italia lai­ca”. Con­cor­do, esi­ste e resi­ste, que­sta Ita­lia. E dob­bia­mo dar­le voce, veris­si­mo! È per que­sto che dob­bia­mo smet­ter­la di chia­mar­la ‘lai­ca’. Lai­ca è poco. Lai­ca è impre­ci­so. Lai­ca con­fon­de. 
I valo­ri indi­ca­ti (la con­vi­ven­za civi­le fon­da­ta sul rispet­to, sul­le liber­tà e sul­lo spi­ri­to cri­ti­co di ognu­no; la con­dan­na ogni for­ma d’integralismo; nes­su­na impo­si­zio­ne di valo­ri uni­ci e veri­tà asso­lu­te; liber­tà e demo­cra­zia fon­da­te sul­l’au­to­no­mia del­le Isti­tu­zio­ni da ogni pote­re for­te; fidu­cia nell’individuo qua­le padro­ne di sé e libe­ro di sce­glier­si la pro­pria mora­le) non fan­no par­te del­la lai­ci­tà per­ché lai­ci­tà è la sepa­ra­zio­ne di Sta­to e Chie­se, pun­to.
Cosa è che inve­ce li rac­chiu­de, que­sti, e la lai­ci­tà? A qua­le cor­ren­te di pen­sie­ro moder­na fan­no capo? Qua­le ter­mi­ne pos­sia­mo e dob­bia­mo usa­re, di subi­to chia­ro, imme­dia­ta­men­te rico­no­sci­bi­le e real­men­te oppo­ni­bi­le agli estre­mi­smi di cer­ta reli­gio­ne? Qua­le idea­le può unir­ci in que­sta lot­ta paci­fi­ca e dura? UMANESIMOUna filo­so­fia del­l’e­ti­ca e del­la pas­sio­ne, pret­ta­men­te e orgo­glio­sa­men­te *uma­ne*. Una filo­so­fia di vita che al mon­do ha un’im­pron­ta scet­ti­ca rispet­to alle veri­tà rive­la­te (giu­sta­men­te, a mio avvi­so) ma che appar­tie­ne legit­ti­ma­nen­te anche alla fede, a qual­sia­si fede che fac­cia pro­pri i valo­ri appe­na annun­cia­ti e quel­la fidu­cia e quel­la respon­sa­bi­li­tà tut­ta ter­re­na.
Che ne dici, Gaspa­re? Che ne dite, tut­ti voi?