Umanesimo ateo? Tutto bene, grazie.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
21 Agosto 2009
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Min­chia che pal­le. O for­se no.
È che mi sono rot­to le sca­to­le di esse­re trat­ta­to pub­bli­ca­men­te come una pez­za da pie­di. Il papa si sve­glia una dome­ni­ca e spa­ra a zero sul­l’u­ma­ne­si­mo ateo. Mi dice che sono un delin­quen­te. Una spe­cie di esal­ta­to nichi­li­sta che se ne fot­te del­le buo­ne rego­le per­ché non cre­do nel dio cat­to­li­co. E se gli gira pian­ta sù un bel lager, altro che uma­ne­si­mo.
Sono irri­ta­to. Non tan­to per­ché un pin­co­pal­lo qua­lun­que ha par­la­to male del­la mia filo­so­fia di vita – al limi­te ci rido sopra e gli do del­l’in­com­pe­ten­te – ma per­ché è sta­to uno la cui opi­nio­ne è sti­ma­ta dal­la mas­sa, uno le cui paro­le rim­bal­za­no di rego­la su tut­ti i media e dun­que han­no una eco poten­tis­si­ma. Che lo si voglia o no, un arti­co­lo sul quo­ti­dia­no o un ser­vi­zio in tv lo si bec­ca e dio sa cosa rima­ne nel­la men­te e nel cuo­re di tan­te per­so­ne quan­do si leg­go­no simi­li sbro­do­la­te.

Gli rispon­de Adria­no Sofri dal­le pagi­ne di Repub­bli­ca, con un inter­ven­to sen­ti­to e com­ple­to (ma non per­fet­to), uni­ca voce pub­bli­ca in un mare di voci indif­fe­ren­ti. Che non sia un gros­so pro­ble­ma, quel­lo del­l’e­ti­ca? Cioè, che dav­ve­ro abbia ragio­ne il papa quan­do affer­ma che essa non può esser­ci se non in Dio, e chi lo nega anne­ga e fa anne­ga­re?
Que­sta secon­da con­si­de­ra­zio­ne mi toglie il fia­to: sia­mo indif­fe­ren­ti al pro­ble­ma, oppu­re d’ac­cor­do col papa. Se uma­ni­sti in Ita­lia ci sono, non fan­no par­te del pur fol­to grup­po di intel­let­tua­li, filo­so­fi, poli­ti­ci, pro­fes­so­ri, scrit­to­ri o gen­te di spet­ta­co­lo che avreb­be­ro voce in capi­to­lo, per così dire. Oppu­re tac­cio­no, abboz­za­no, per qual­che ragio­ne. Nem­me­no gli atei, la ‘for­ma­zio­ne’ oppo­sta al cat­to­li­ce­si­mo più orga­niz­za­ta in Ita­lia, pen­sa di dire nul­la. Non che sareb­be pub­bli­ca­ta, ma per quel che ne so non han­no nem­me­no ten­ta­to. Che non esi­sta­no atei uma­ni­sti, in Ita­lia?

Vito Man­cu­so pen­sa di sì. Il teo­lo­go infat­ti ribat­te a Sofri dal­la stes­sa Repub­bli­ca con un pez­zo in cui affer­ma che in fon­do da uma­ni­sti o si cre­de, o non lo si è.

Il silen­zio dei per­so­nag­gi pub­bli­ci, quel­li da cui desi­de­re­re­sti soste­gno, la con­di­vi­sio­ne di un’i­dea, di un idea­le, sta­vol­ta è tota­le. E il mio umo­re è pes­si­mo.

Ma un atti­mo. Mi diver­to a leg­ge­re alcu­ni com­men­ti posi­ti­vi in Rete. Come ho potu­to pen­sa­re che l’I­ta­lia fos­se mor­ta?
È solo ago­niz­zan­te, mi dico, e que­sto lo so.
Non è pos­si­bi­le – anco­ra – aspet­tar­si nul­la di par­ti­co­la­re dal­le gran­di fir­me del­la cul­tu­ra sul tema spe­ci­fi­co, *uma­ne­si­mo, liber­tà dal dog­ma e riget­to dei discor­si cam­pa­ti in aria*, ma fra noi, alla base del­la socie­tà, qual­co­sa si muo­ve. Si è sem­pre mos­so, in real­tà. C’è una par­te di noi che è viva e rico­no­sce il pro­ble­ma, viva e pron­ta a rea­gi­re. Nel suo pic­co­lo.
Allo­ra ho anche riflet­tu­to sul­la for­za dei discor­si del papa, in gene­ra­le. In fon­do chi se lo fila più, pove­r’uo­mo? Lo zoc­co­lo duro, cer­to, ma poi? Gli atei e gli agno­sti­ci se ne fot­to­no, gli altro-cristiani e gli altro-credenti non ci bada­no trop­po, i cat­to­li­ci da Nata­le Pasqua e Bat­te­si­mo – gli stes­si che diser­ta­no le chie­se – lo tra­scu­ra­no sen­za far­se­ne un pro­ble­ma, e insom­ma?
Caz­zo, Andrè, for­se mi pre­oc­cu­po per nien­te. O qua­si nien­te.

Qua­si nien­te per­ché il pro­ble­ma resta, ed è sem­pre lo stes­so del­l’ot­tu­si­tà e del mene­fre­ghi­smo popo­la­re, solo che non è più pro­dot­to di chie­sa, ma del distac­co da essa sen­za alcu­na rea­le alter­na­ti­va. O meglio anco­ra: insie­me all’ot­tu­si­tà bigot­ta pro­dot­ta da una fede cie­ca (reli­gio­sa o poli­ti­ca) c’è anche il mene­fre­ghi­smo socio­pa­ti­co che nasce dal­l’as­sen­za di prin­cì­pi e di esem­pi, di cul­tu­ra, memo­ria e fidu­cia nel futu­ro. In altre paro­le, a mio modo di vede­re, c’è assen­za di uma­ne­si­mo.

La que­stio­ne è seria dun­que, e non sono cer­to tesi come quel­le del papa o del Man­cu­so che aiu­ta­no a veder­ci chia­ro. Al con­tra­rio, mischia­no, con­fon­do­no e acce­ca­no, e il rischio è che per evi­ta­re il ‘nichi­li­smo’ e l”arbitrarietà’ si tor­ni all’ec­ces­so oppo­sto del­l’as­so­lu­ti­smo, poco impor­ta se se con­si­de­ra­to ‘divi­no’. Occor­re par­la­re di più e meglio di uma­ne­si­mo ateo, per il bene che pos­sia­mo far­ci con i prin­cì­pi che rac­chiu­de e rap­pre­sen­ta, stan­do nel mez­zo fra que­sti due mostri asse­ta­ti del­la nostra uma­ni­tà.
E pro­prio quan­do mi sto final­men­te acca­rez­zan­do con que­sti pen­sie­ri, arri­va via email la new­slet­ter del­lo Huma­ni­st Net­work. Nel som­ma­rio mi col­pi­sce un tito­lo: “Why secu­lar acti­vi­sm is so impor­tant”, per­ché l’at­ti­vi­smo seco­la­re (ateo, lai­co, uma­ni­sta) è così impor­tan­te. Mi col­pi­sce e basta. Non leg­go oltre, non mi ser­ve, so per­ché. Mi sor­ri­do, e pren­do a scri­ve­re.

Spe­di­ta ai mag­gio­ri quo­ti­dia­ni e rivi­ste il 20/08/2009

Umanesimo ateo? Tutto bene, grazie.

Caro diret­to­re,
sono un ateo uma­ni­sta e recen­te­men­te ho sco­per­to di esse­re un poco di buo­no, anzi di non esi­ste­re. All’An­ge­lus del 9 ago­sto infat­ti il Papa ha defi­ni­to l’u­ma­ne­si­mo ateo come una filo­so­fia che, sen­za Dio, è desti­na­ta ad esse­re “arbi­tra­rie­tà”, “nichi­li­smo”, per­si­no “infer­no sul­la ter­ra”, come quel­lo nazi­sta. Tesi rimar­ca­ta gior­ni dopo a cura del teo­lo­go Man­cu­so, che spie­ga su Repub­bli­ca come l’u­ma­ne­si­mo ateo in real­tà sia “impos­si­bi­le”, per­ché il com­por­ta­men­to “eti­ca­men­te cri­stal­li­no” dipen­de in real­tà dal­la stes­sa “asso­lu­tez­za eti­ca” e dal­la “pro­spet­ti­va spi­ri­tua­le” che han­no le reli­gio­ni. Allo­ra com’è: sono io che non ho capi­to mai me stes­so, o è sba­glia­ta que­sta loro con­clu­sio­ne? Mi baste­reb­be un erro­re, una sola pic­co­la cre­pa nel loro ragio­na­men­to per con­ce­der­mi se non altro il dub­bio. Ma sì, ecco!
Il nazi­smo non fu nichi­li­sta, ave­va anzi una dot­tri­na sal­da, asso­lu­ta, e per­si­no un che di cri­stia­ne­si­mo – non cer­to cat­to­li­co – anco­ra inca­sto­na­to den­tro insie­me al resto. D’al­tra par­te, deci­de­re da sé che cosa è bene e cosa è male non deve esse­re per for­za cosa per­ver­sa, dipen­de appun­to da qua­li prin­cì­pi si sce­glie di segui­re, e da come li si pra­ti­ca. In que­sto sia­mo d’ac­cor­do, il regi­me nazi­sta fu un pes­si­mo esem­pio di fede mal­ri­po­sta, inver­so e ben distan­te dal­l’u­ma­nei­smo ateo.
Piut­to­sto dun­que, è la defi­ni­zio­ne stes­sa di uma­ne­si­mo ateo che sem­bra sfug­gi­re ai due auto­ri: esso non è affat­to nichi­li­sta, se non nel sen­so di man­can­te di un fon­da­men­to “eter­no” secon­do la defi­ni­zio­ne del Man­cu­so, che in que­sto det­ta­glio mi risul­ta filo­so­fi­ca­men­te erra­ta. Poi­ché inve­ce il nichi­li­smo si limi­ta a sot­trar­re valo­re e sen­so alle cose, è evi­den­te che la filo­so­fia atea e uma­ni­sta non ne è par­te, dal momen­to che essa di valo­re alle cose – a cer­te cose alme­no – ne asse­gna e ne aggiun­ge. Ad esem­pio alla liber­tà del­l’uo­mo, alla sua respon­sa­bi­li­tà e al suo dirit­to di sce­glie­re da sé, anzi­ché che al rimet­ter­si pas­si­va­men­te alla volon­tà di qual­cun altro, sia pure un dio. Non veden­do cosa ci sia di male in que­sto, e scan­san­do  que­sta cosa del­la dipen­den­za che par tan­to pia­ce­re a cer­tu­ni, ten­go a pre­ci­sa­re tut­ta­via che nel­l’u­ma­ne­si­mo ateo nes­su­no si fa né Dio né fuh­rer, dal momen­to che sia­mo ben con­sci dei nostri limi­ti, tan­to da non pre­ten­de­re d’a­ve­re un’e­ti­ca infal­li­bi­le e indi­scu­ti­bi­le. Essa è piut­to­sto il frut­to di un accor­do per il bene comu­ne, secon­do prin­cì­pi che l’e­spe­rien­za ci dice fun­zio­na­li.
Per esse­re chia­ri: fra l’as­so­lu­to e l’ar­bi­tra­rie­tà che giu­sta­men­te temo­no gli auto­ri, vi è una ter­za via che è un po’ quel­la del­le demo­cra­zie moder­ne, le qua­li crea­no leg­gi sta­bi­li ma even­tual­men­te rifor­ma­bi­li, in base a cri­te­ri che faci­li­ta­no la rea­liz­za­zio­ne di sé, la con­vi­ven­za paci­fi­ca, il benes­se­re, il pro­gres­so. È vero, non tut­te le demo­cra­zie fun­zio­na­no, ma come non ricor­da­re che anche le teo­cra­zie han­no mise­ra­men­te fal­li­to in pas­sa­to, e che anco­ra oggi pro­prio non si capi­sce qua­le sareb­be la miglio­re, fra quel­le che assi­cu­ra­no di bene­fi­cia­re di una gui­da divi­na? Piut­to­sto sarà un pro­ble­ma di per­fe­zio­na­men­to: se la cro­na­ca ci par­la anco­ra di casi così ter­ri­bi­li, è pro­prio a par­ti­re da essi, dal fat­to che ci atter­ri­sco­no e ripu­gna­no, che pos­sia­mo defi­ni­re ciò che inve­ce va fat­to e fat­to meglio, ciò per cui vale la pena vive­re. Cre­den­ti o non cre­den­ti, sia­mo spes­so uni­ti e ugua­li in que­sto, mi pare. In que­sto sen­so, c’è uma­ne­si­mo.
E l’u­ma­ne­si­mo ateo nasce pro­prio da qui. Nes­su­na “asso­lu­tez­za eti­ca”, dun­que, e nes­su­na “pro­spet­ti­va spi­ri­tua­le” che scon­fi­ni da que­sto mon­do, ma un uma­ne­si­mo che tro­va amo­re, rispet­to reci­pro­co e pace guar­dan­do l’uo­mo negli occhi, e non miran­do la sua imma­gi­ne negli occhi di Dio. Se poi chi cre­de vi inne­sta qual­co­sa che oltre­pas­sa que­sta pas­sio­ne e que­sta com­pas­sio­ne, fino ad ado­rar­le in un dio sen­za riu­sci­re più a veder­le in sé stes­si, sta­vol­ta sono io a dubi­ta­re che ciò si pos­sa chia­ma­re pro­pria­men­te uma­ne­si­mo.
Infi­ne (non vor­rei esse­re pigno­lo, ma la posta in gio­co è alta): un altro car­di­ne del­l’u­ma­ne­si­mo ateo, di valo­re pari al cuo­re, è la razio­na­li­tà. E alla luce di entram­bi, le con­clu­sio­ni del Papa e del teo­lo­go si rive­la­no in bili­co su un’a­na­li­si sto­ri­ca­men­te e filo­so­fi­ca­men­te infon­da­ta, arte­fat­ta, incle­men­te, e un po’ ipo­cri­ta. Inve­ro, l’u­ma­ne­si­mo ateo esi­ste, è vivo e in otti­ma salu­te. Chi dice il con­tra­rio, fos­s’an­che il Papa, dovrà argo­men­ta­re meglio, o sop­por­ta­re.