Uno dei motivi principali che mi spinge a criticare le religioni è il fatto che la fede possa facilmente accecare, possa trafiggere la mente e e i sentimenti, renderli inservibili, anzi dannosi. Si può certamente dire che la Chiesa a casa sua (al suo pubblico, ai cattolici) può dire ciò che vuole, ma allora si deve essere pronti ad esaminare e giudicare quanto detto, ripetuto e insegnato, l’attimo che ha finito di parlare. Perché ciò che liberamente dice non è innocuo, ma ha un effetto che riverbera su milioni di persone. Le quali poi pensano e agiscono di conseguenza.
Per esempio. Quando il papa, con rigorosa coerenza, afferma che gli omosessuali non devono entrare in seminario, che non possono diventare preti se ce n’è anche il minimo dubbio (!), perché appunto omosessuali, dice una cosa orribile e terribile. L’omosessualità non è in sé un problema né una colpa, amarsi e scoparsi fra uomini (o donne) non sono questioni “intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale”, né cose che pregiudicano l’attività di un prete più che a un etero (e fa comunque voto di castità, come un etero. Sai quanti omosessuali sono stati preti fino ad ora? Eee!). Solo una visione limitata e distorta della sessualità e della psicologia umana può scorgervi un “peccato grave”.
Non a caso, una questione di fede.
Fede cieca e accecante, in una interpretazione del mondo sottoposta non alla realtà dei fatti, cioè al mondo stesso, ma a ciò che si presume essere desiderio e comandamento di un perfettissimo dio. La cui infallibilità – per definizione – impedisce il dubbio e l’analisi a chi vi avesse affidato sé stesso/a, con la congiunta soddisfazione personale di dire certamente il giusto, di fare sicuramente il bene.
Che pena!
Caro, simpatico, buon Francesco, che brutta cosa l’omofobia!
E quando insegnamenti simili, pronunciati da chi da vicario evidentemente se ne intende, vengono ascoltati, creduti e assorbiti con altrettanta fede, allora il numero di persone che impara a pensarla così e ad agire di conseguenza si fa tristemente, pericolosamente alto.
Allora capita che uno di questi credenti diventi ministro della Famiglia,
e in quanto cattolico cerchi di far pesare la sua particolare fede sulla nazione intera. Perché è chiaro, si crede nel giusto. Infallibilmente.
Fontana, Salvini, cominciamo male, malissimo.
Tenete la vostra fede lontano dalla politica, lasciate che le persone possano essere felici nel fare tutto ciò che non fa male a nessuno. Parlate al vostro dio, e ascoltatelo: siete certi che sarebbe contento di voi? Basterebbe credere di no.
Laicità e diritti umani. La battaglia continua.