Carissimi,
sono stato assente a lungo dal blog. Non vorrei e non dovrei permettermelo. Vorrei scrivere tanto, ogni volta che ho un tema in testa, quando sento che andrebbe detta una cosa, e dirla a modo mio. Certo, il tempo è poco, ma sopratutto il mio umore conta: lo stress della vita e le delusioni per come va il mondo mi lasciano addosso a volte una malinconia e una sfiducia che mi ci vuole un po’ per scrollarmi di dosso.
Si può essere solo spensierati e felici quando il mondo va così?
Beh, ci va di mezzo anche il blog perché per scrivere dei bei pezzi ho bisogno, appunto, di un certo tempo e del giusto umore. Uff..!
Mi infastidisce molto non scrivere di più. Per ora mi sta bene, comunque, meglio a questo ritmo che niente. Se qualcuno di voi lettori apprezzerebbe di più, certamente mi dispiace.
Potrei forse cominciare a citare notizie e articoli interessanti da altri blog e dalla Rete, magari con un breve commento. Finora ho evitato, mi sembrava di ripetere le cose, ma è anche vero che non tutti leggono tutto, quindi può far comodo trovare uno sconosciuto ‘doppione’ e un link da seguire! È un’idea.
Bene, dopo questo momento di condivisione dei fatti miei che mi ha fatto piacere offrirvi, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che.. oggi e domani si vota!! Ed è un voto essenziale.
Anche stavolta, come troppo spesso accade – ma il futuro può essere diverso – tocca a mio parere scegliere il ‘meno peggio’, anziché il meglio, perché il meglio ancora non si vede e il migliore non ha speranze. Ma votare è importantissimo, non farlo è rischiare che le cose persino peggiorino.
E non è il caso.
Perciò bando alla strana idea di disertare il seggio: andiamo a votare e che la scelta sia pensata! Sul sito dell’Uaar c’è un ottimo documento sui programmi dei partiti riguardo alla laicità in particolare. Può servire per orientarsi. In generale, è piuttosto chiaro qual’è la parte più apertamente cristiana e – quel che conta – tendenzialmente clericale, bigotta, rigida e in varia misura intollerante.
Per chi votare? Uno dei 2 partiti maggiori, visto che pare siano molto molto vicini? Uno fra i piccoli, se più rispecchia i nostri valori? Sarebbe un gesto di giusta coerenza e aperto sostegno: questo è il senso che dovrebbe sempre avere il nostro *voto*. Tuttavia, purtroppo, oggi temo sia meglio tapparci il naso e – a costo di incoerenza e di alcune cocenti sconfitte nei prossimi mesi – votare il meno inadatto fra i più grandi: gli altri non hanno chances di vincere (e dunque di realizzare i loro progetti), mentre frammentare i voti (se da una parte potrebbe almeno consentire ai piccoli di ottenere un finanziamento) potrebbe voler dire favorire la vittoria della coalizione che, rispetto alle nostre aspirazioni (non solo laiche) farebbe ancora più danni. Per il meccanismo contorto di questa brutta legge elettorale (che fra l’altro *non* consente di votare un preciso candidato!), la scelta non va ristretta a PD-PdL: googlando un po’ si trovano opinioni e analisi (come questa), che spiegano perchè e suggeriscono una qualche strategia, regione per regione.
A questo punto, a ciascuno la sua scelta.
Vorrei che non fosse così (e non ho nemmeno le idee chiare su come vorrei che funzionasse) ma per quanto mi riguarda ritengo che stavolta la semplice, terribile ‘minimizzazione del danno’ sia la strada migliore, date le pessime circostanze.
Sarò felice di leggere un vostro parere sull’opportunità di fare altrimenti.
Ciò vuol dire che subiremo e basta, solo forse un po’ meno? NO.
Ritengo che molte siano le cose che possiamo fare – dopo e al di là del voto – per sostenere e realizzare le nostre più sentite istanze. Tanto per cominciare, dovremmo smettere di essere vaghi al riguardo e realizzare dei *progetti concreti*.
Tenendo a mente che si tratta di un periodo finito al termine del quale avremo nuove opportunità, possiamo ad esempio sostenere lo sviluppo delle buone forze politiche minori durante gli anni (?) che passeranno fino alle prossime elezioni. Addirittura entrare in politica noi stessi!
Ok. Possiamo poi fare in modo che certe nostre idee vengano recepite dalla gente (elezioni in vista o meno..), sollevando problemi, criticando scientemente, creando spazi di dialogo costruttivo, interrogando le autorità, parlando alle persone di scienza e logica, diritti umani, corretta comunicazione, relazioni umane *funzionali*. Far partire in Rete e fuori iniziative innovative e significative.
Possiamo stilare una lista di questioni essenziali da proporre al mondo politico e spingerli a una reazione (che succederebbe se ogni ateo scrivesse ai giornali? E se pubblicassimo di continuo video critici in Rete? ..). Soprattutto potremmo fare pressione come gruppo sociale: secondo stime, in Italia i non credenti sono qualcosa come 10 milioni. 10 milioni di persone che vogliono una cosa si fanno sentire. Nel linguaggio distorto della politica odierna: 10 MILIONI DI VOTI!!
Capite che intendo? Immaginate cosa vuol dire appoggiare il programma di un partito, o assicurare la sottrazione di tanti voti? Certo che lo sapete: è quello che accade oggi a tutti quei politici che parlano bene della religione solo per ingraziarsi il cristiano. Solo che il suo gruppo sociale non è più l’unico che valga la pena di ingraziarsi..
Per fare tutto questo però, ci occorrono ancora un paio di ingredienti essenziali:
1) UNIRCI
2) PROPORRE VALORI
Uh? Semplice: finché ogni singolo ateo/agnostico sarà da solo (magari pensando di essere solo), potrà fare poco. Ma insieme, siamo una forza. E – organizzandoci – possiamo determinare cambiamenti eccezionali.
L’Uaar – Unione degli Atei Agnostici Razionalisti - ad esempio ha cominciato bene: è l’unica associazione di non credenti a livello *nazionale*, APS (associazione di promozione sociale), ottime iniziative pubbliche, buona logistica, numero di iscritti in costante crescita. Ha un grande limite, non per colpa sua: nonostante Statuto e Tesi prevedano una rosa di valori di tipo umanista, nonostante si batta per quei valori su più terreni (in modo egregio) e sia per questo rappresentante italiana di associazioni umaniste europee quali la FHE e la IHEU, l’Uaar non sostiene apertamente l’umanesimo in quanto tale!
Ed è un enorme, assurdo errore: evidenziare, puntare sulla filosofia dell’umanesimo ateo non è soltanto coerente con ciò che, come persone prima ancora che come atei, sosteniamo nella vita (è così? Leggi cos’è l’umanesimo e vedi se ti ci ritrovi) ma è il modo più efficace per farci conoscere e apprezzare, rovesciando il falso pregiudizio dell’ateo nichilista e cattivo!!!
La responsabilità di questo errore è di noi stessi atei e agnostici: siamo i primi a non averlo ancora capito.
La mia poposta è dunque di tirare fuori il coraggio e la passione, di unire le nostre forze – è inoltre un modo per sentirci vivi e motivati – e di comporre i tanti, singoli, significativi progetti e i vari campi d’azione sotto l’unico grande ‘ombrello’ dell’umanesimo ateo. Lanciando così un messaggio di speranza e alti valori condivisibili, quelli alla base di una sana convivenza leale e paritaria in cui nessuno limiti la libertà di nessuno inutilmente, né si regali privilegi piegando la schiena – e l’anima – altrui.
Per fare questo abbiamo tutto il tempo, al di là di queste elezioni. Tutto il tempo, ma ragazzi, a noi non sprecarlo!