Tutti i post in: Ateismo e Umanesimo

Voce laiche, vita difficile. Le difficoltà in Polonia


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
26 Febbraio 2016
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Uno spia­ce­vo­le epi­so­dio sta capi­tan­do in Polo­nia. Un’a­mi­ca atti­vi­sta atea polac­ca mi infor­ma che Roman Kotlin­ski, edi­to­re e capo­re­dat­to­re del set­ti­ma­na­le lai­co e anti­cle­ri­ca­le polac­co “Fak­ty i Mity” (“Fat­ti e Miti”, da 16 anni impor­tan­te voce lai­ca e indi­pen­den­te nel par­ti­co­la­re pano­ra­ma nazio­na­le), lune­dì scor­so è sta­to arre­sta­to.

L’ac­cu­sa sareb­be di natu­ra pri­va­ta e per­so­na­le. Nes­su­na per­qui­si­zio­ne è sta­ta tut­ta­via effet­tua­ta nel­la sua abi­ta­zio­ne, ma esclu­si­va­men­te negli uffi­ci del­la reda­zio­ne del gior­na­le, dove si è pro­trat­ta per 11 ore e ha inclu­so l’i­spe­zio­ne degli archi­vi degli altri gior­na­li­sti in loro assen­za, e il seque­stro degli hard disk dei com­pu­ter.
Il pro­cu­ra­to­re ad ora non vuo­le rila­scia­re dichia­ra­zio­ni. “Fak­ty i Mity” giu­di­ca quan­to suc­ces­so come un attac­co al gior­na­le, che nel­le scor­se edi­zio­ni ave­va cri­ti­ca­to con for­za l’at­tua­le gover­no. La reda­zio­ne sta comun­que lavo­ran­do per assi­cu­ra­re l’u­sci­ta del pros­si­mo nume­ro.
Que­sto è l’an­nun­cio del fat­to usci­to sul sito web del set­ti­ma­na­le.

La Polo­nia come l’I­ta­lia è un ter­ri­to­rio dif­fi­ci­le per la lai­ci­tà, e cer­ta­men­te a que­sti nostri col­le­ghi fa pia­ce­re un po’ di soste­gno mora­le da oltral­pe. For­za ragaz­zi!!

Giudicare fedi e religioni è cosa buona e giusta. Obiettivamente.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
9 Febbraio 2016
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credenze religiose nefaste

Mi pare più obiet­ti­vo e cor­ret­to dire a vol­te, maga­ri spes­so. Lo sono, nefa­sti, ma non sem­pre e in tut­ti i casi. E’ neces­sa­rio ricor­da­re tan­to che alcu­ne cre­den­ze (o alcu­ne inter­pre­ta­zio­ni di esse) sono in effet­ti posi­ti­ve, e che un sac­co di cre­den­ti sono per­so­ne degne e ama­bi­li, quan­to che alcu­ne altre cre­den­ze e inter­pre­ta­zio­ni fan­no moral­men­te e razio­nal­men­te orro­re, e che tan­ti cre­den­ti per­do­no o non svi­lup­pa­no capa­ci­tà di empa­tia, ela­sti­ci­tà e razio­na­li­tà a cau­sa dela fede.
Sono que­sti ecces­si, que­ste con­se­guen­ze che van­no com­bat­tu­te, ed è inne­ga­bi­le che una fede abba­stan­za cie­ca vi pre­di­spon­ga.
http://www.ateiumanisti.it/

Io non sono sola­men­te ateo, sono anche anti­tei­sta; io non affer­mo sol­tan­to che tut­te le reli­gio­ni sono ver­sio­ni del­la mede­si­ma men­zo­gna, ma aggiun­go che l’influenza del­le chie­se, e gli effet­ti del­le cre­den­ze reli­gio­se, sono chia­ra­men­te nefa­sti.”
(Chri­sto­pher Hit­chens)

Chri­sto­pher Hit­chens è sta­to uno dei più gran­di espo­nen­ti del ‘nuo­vo atei­smo’. Lo conob­bi per meri­to del docu­men­ta­to e dis­sa­cran­te libret­to ‘La posi­zio­ne del­la mis­sio­na­ria’, in cui fa luce sul­la nien­te affat­to sacra figu­ra di madre Tere­sa di Cal­cut­ta. Ne con­si­glio la let­tu­ra, insie­me al suo libro for­se più famo­so, ‘Dio non è gran­de’.

Distruggiamo l’Isis! Sì, ma come? Alcune stupide riflessioni


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo e Politica ed economia
8 Dicembre 2015
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Il fana­ti­smo, la vio­len­za, cer­to. Ma anche i gover­ni occi­den­ta­li ne han­no col­pa. Fin dal­l’i­ni­zio. Per inte­res­se. Petro­lio, armi, dena­ro, ege­mo­nia.
Tan­to è vero che, per fer­ma­re l’I­sis, NON fan­no ciò che è ovvio e neces­sa­rio.
L’al­ter­na­ti­va è che sia­no per­fet­ti idio­ti.
Ser­ve un cam­bio di men­ta­li­tà, e ser­ve che noi, IL POPOLO, in mas­sa, rifiu­tia­mo di far par­te di que­sto siste­ma che mas­sa­cra e sfrut­ta per il van­tag­gio sver­go­gna­to di pochi. E ci por­ta la vio­len­za in casa.

Nel video di Jaco­po Fo, alcu­ni ele­men­ti per capi­re.

25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
25 Novembre 2015
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Giornata contro la violenza sulle donne

Ban­die­re, cele­bra­zio­ni, gior­na­te mon­dia­li.
È un perio­do di sim­bo­li, e sim­bo­li ser­vo­no. Ma sono anche faci­li da spen­de­re. Sic­ché da quel­lo che ini­zial­men­te dove­va­no aiu­tar­ci a ricor­da­re insie­me – è quel­lo il loro com­pi­to, mostra­re un fat­to rea­le, con­di­vi­der­lo, spin­ge­re all’a­zio­ne – fini­sco­no per acqui­si­re un valo­re pro­prio, auto­no­mo. Non più rifles­so e sin­te­si, ma imma­gi­ne di sé.
Ma allo­ra la real­tà che ricor­da­va­no è lon­ta­na, e il loro sen­so è paro­la vuo­ta, spes­so pro­nun­cia­ta con inge­nua o inten­zio­na­le ipo­cri­sia. Come a dire, ieri e doma­ni tut­to come pri­ma.

La vio­len­za è rea­le. Oggi e sem­pre: basta vio­len­za sul­le don­ne. Basta vio­len­za.

Libertà per il poeta Ashraf Fayadh, condannato per ateismo. Petizione su Change.org


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
25 Novembre 2015
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Libertà per Ashraf Fayadh contannato in Arabia Saudita
Pro­mos­se l’a­tei­smo”?
Ammet­tia­mo­lo: e allo­ra? Qual è il pro­ble­ma?
Si può esse­re bra­ve per­so­ne da atei, quan­to cat­ti­ve da cre­den­ti, ed epi­so­di come que­sto ne sono la pro­va. Sem­pli­ce­men­te ‘cre­de­re in dio’ non signi­fi­ca nul­la, se poi – anzi pri­ma – non si sosten­go­no i dirit­ti civi­li. È su que­sto che si gio­ca­no i rap­por­ti uma­ni e la pace, per­ché solo que­sto con­sen­te equi­li­brio e reci­pro­ci­tà.

In un mon­do in cui ogni cre­den­te fos­se pron­to a impor­si con la for­za su chi non la pen­sa come lui – ateo o d’al­tro cre­do – sta­rem­mo dav­ve­ro bene?
Cre­de­re di fare ‘il vole­re di dio’ è trop­po faci­le e trop­po como­do: qual­sia­si fol­lia è per­do­na­ta.

Nel 2013 è sta­to tra i cura­to­ri del­la mostra Rhi­zo­ma alla Bien­na­le di Vene­zia. È sta­to arre­sta­to nel gen­na­io del 2014 e nel mag­gio del­lo stes­so anno è sta­to con­dan­na­to a quat­tro anni di pri­gio­ne e 800 fru­sta­te da un tri­bu­na­le di Abha, nel sudo­ve­st dell’Arabia Sau­di­ta. Dopo che il suo pri­mo ricor­so è sta­to respin­to, una nuo­va cor­te lo ha con­dan­na­to a mor­te.
È accu­sa­to di aver pro­mos­so l’ateismo con i suoi testi inclu­si nell’antologia poe­ti­ca “Instruc­tions within” (2008), di aver avu­to rela­zio­ni ille­ci­te, di aver man­ca­to di rispet­to al pro­fe­ta Mao­met­to e di aver minac­cia­to la mora­li­tà sau­di­ta. Faya­dh, 35 anni, è rap­pre­sen­tan­te dell’organizzazione di arti­sti britannico-saudita Edge of Ara­bia”.

Risposta nonviolenta al terrore: nobile. Efficace?


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
19 Novembre 2015
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Camapgna nonviolenta in Rete contro il terrorismo

D’i­stin­to appog­gio anch’io. Ma poi mi chie­do: in che modo la sola non­vio­len­za può por­re fine *ades­so* al ter­ro­ri­smo? Dav­ve­ro pos­sia­mo com­ple­ta­men­te evi­ta­re di usa­re la vio­len­za *come dife­sa* da attac­chi diret­ti e vio­len­ti? Se c’è una rispo­sta, vor­rei cono­scer­la.
Per­ché mi pia­ce­reb­be. Mi pia­ce­reb­be non dover Continua ⋯▸

Una preghiera per Parigi? Anche no.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
14 Novembre 2015
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Pre­ga­re con­so­la, alcu­ni, for­se. Ma non ser­ve né a pre­ve­ni­re né a cura­re. Que­sto, dev’es­se­re evi­den­te anche al buon cre­den­te.
E non che non ci ser­va­no con­so­la­zio­ni, in perio­di così.
Ma per favo­re non cre­dia­te di aver anche fat­to qual­co­sa, non con­fon­de­te­lo con la solu­zio­ne, e non coglie­te l’oc­ca­sio­ne per raf­for­zar­vi intor­no all’i­dea che ‘il mio dio è miglio­re del tuo’.
Per­ché intan­to anche il cat­ti­vo pre­ga. Un altro dio, la stes­sa fede.

Quan­do la smet­te­re­mo di met­te­re in mez­zo alle fac­cen­de uma­ne le nostre pic­co­le pre­sun­tuo­se idee di ‘dio’, potre­mo rico­no­scer­ci fra­tel­li, e pren­der­ci cura l’u­no del­l’al­tro sen­za dog­mi né pre­giu­di­zi.
L’uo­mo non è buo­no o cat­ti­vo se lo dice una divi­ni­tà, ma per come si com­por­ta rispet­to ai più alti valo­ri uma­ni. #uma­ne­si­moa­teo

Inutile pregare per parigi.

Il bisogno d’amore, l’amore tradito, l’illusione.


Pubblicato in Ateismo e Umanesimo
16 Settembre 2015
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Ludwig Feuerbach, Dio, amore, uomo

L’a­mo­re di Dio per l’uo­mo – cen­tro e fon­da­men­to del­la reli­gio­ne – è la pro­va più chia­ra, più irre­fu­ta­bi­le che l’uo­mo nel­la reli­gio­ne con­tem­pla sé stes­so come un ogget­to divi­no, come un divi­no sco­po, e che i suoi rap­por­ti con Dio non sono che rap­por­ti con se stes­so, con il suo pro­prio esse­re.” (Lud­wig Feuer­bach)

Già. Poi, se mi chie­do per­ché mai dovrem­mo desi­de­ra­re di illu­der­ci su que­sto, di inven­tar­ci di esse­re ama­ti, per­ché dovreb­be bastar­ci da per­so­ne pur sane e intel­li­gen­ti, mi rispon­do che diven­ta pos­si­bi­le solo quan­do il nostro biso­gno d’a­mo­re è sta­to così tra­di­to nel­le rela­zio­ni rea­li, da non aver­ci lascia­to altra scel­ta.
L’in­fan­zia è il momen­to per­fet­to.
Nel PMUA dedi­co un capi­to­lo a que­sta idea (Che biso­gno c’è di cre­de­re?), e scri­vo:

Se poi la ricer­ca pri­ma­ria d’amore e rispet­to in fami­glia è fal­li­ta, come non spe­ra­re che oltre le nuvo­le esi­sta quel geni­to­re idea­le di cui abbia­mo fol­le­men­te – uma­na­men­te – biso­gno? Il tra­di­men­to del­le neces­si­tà infan­ti­li non ne spe­gne il desi­de­rio, lo devia all’infinito, nell’idealizzazione, nel tra­scen­den­ta­le: non-luoghi dove pos­sia­mo final­men­te esse­re ama­ti come sia­mo da un geni­to­re e una gui­da sicu­ra. E total­men­te con­trac­cam­bia­re”.

 

Caro credente disinformato sul ‘pericolo gender’…


Pubblicato in Cultura e società e Ateismo e Umanesimo
19 Giugno 2015
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Tor­no sul­la que­stio­ne per­ché la tro­vo un sin­to­mo gra­vis­si­mo.

Doma­ni 20 giu­gno a Roma talu­ni (e spe­ro in un flop di nume­ri) mani­fe­ste­ran­no con­tro un fan­to­ma­ti­co ‘peri­co­lo gen­der’, per una scuo­la pub­bli­ca che non accen­ni a modi di esse­re diver­si dai ruo­li uomo/donna e alle alter­na­ti­ve alla fami­glia uomo-donna.
In ulti­ma ana­li­si, ma con par­ti­co­la­re dispie­go di noti­zie infon­da­te e impe­gno nel distor­ce­re i signi­fi­ca­ti, oppo­nen­do­si a for­me di esi­sten­za e cop­pia che non sia­no quel­le det­ta­te da dio e arti­fi­cial­men­te defi­ni­te ‘leg­ge natu­ra­le’.

A me ‘sta cosa sta gran­de­men­te sul caz­zo.

Non tan­to e non solo per il soli­to del tut­to imme­ri­ta­to male che si rac­con­ta del­la comu­ni­tà LGBT. È, più in gene­ra­le, un sin­to­mo di Continua ⋯▸