[(Segue)] Vediamone alcuni:
La CEI – «Gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale. Tanto più che la visita del Santo Padre era una cordiale risposta a un invito espresso dagli organi responsabili dell’università, ma reso inefficace dalla violenza ideologica e rissosa di pochi».
Chiaro. ‘Gravissimo rifiuto’ di alcuni: embè? Il dissenso: ‘intolleranza antidemocratica’? ‘Reso inefficace’ da la colpa ai manifestanti, ma cosa *impediva* al papa di andare? Manifestare le proprie ragioni e criticare il papa: ‘violenza ideologica’, ‘chiusura culturale’ e ‘rissa’?
Il senso rovesciato..
Ruini, vicario del papa a Roma: «Il primo sentimento è la vicinanza al Papa, se possibile più del solito. Il secondo è il dispiacere per quel che è successo. Accompagnato però da una grande serenità».
Aaaah..
«Il Papa ha rinunciato perché non erano garantite le condizioni minime per un incontro costruttivo amichevole e dignitoso. Non è stata una decisione solo unilaterale».
Chiaramente falso. Notare che dopo la lettura del discorso alla Sapienza c’è stato un lungo applauso e una standing ovation.. Evidentemente questo clima del tutto costruttivo amichevole e dignitoso non bastava, si voleva l’approvazione del 100%! Modesto..
«C’è un clima intollerante in una parte piccola, ma molto chiassosa».
Clima intollerante: ma discutere dei motivi no? Ovvio, non può esserci alcun motivo valido per chi si ritiene al di sopra di critica.
‘Chiassosa’ è un termine dispregiativo.
«C’è il male, o se vuole il pregiudizio ormai antico, di riconoscere il diritto di parlare solo a coloro che condividono determinate posizioni».
Esatto, ma nella chiesa.
(All’università,) «Cosa pensa che possa imporre il Papa?».
La sua presenza in una università statale, e una predica senza dibattito.
La Chiesa, se non Ratzinger, ha qualche responsabilità in tutto questo, per le divisioni che si sono aperte nella cultura e nella società italiane?
«Non tocca a me giudicare, perché sono io stesso parte in causa. Fatta questa premessa, sinceramente penso di poter rispondere di no. La Chiesa non ha responsabilità per le divisioni».
Non tocca a lui! 🙂 Ovviamente la chiesa non non ha alcuna responsabilità per come siamo messi, quanto vero!!
«Alcune solidarietà sarebbero state più significative se fossero state più tempestive».
Sfacciato!
Bagnasco, segretario di Stato vaticano: «Il primo sentimento è di grandissima amarezza».
Aridaije..
«Il secondo sentimento è di tristezza per l’immagine che emerge del nostro Paese: anziché il tradizionale equilibrio e la tolleranza dialogica che caratterizza la nostra storia, si fa strada un atto di oscurantismo laicista».
Cosa? Chiamalo revisionismo storico!! Equilibrio e tolleranza sono un approdo dell’ultimo mezzo secolo, ma finché la chiesa ha avuto potere..
«Nel modo più assoluto la Chiesa non rinuncia al dialogo con la scienza».
..Per dirle di sottomettersi a una ‘verità più grande’. Questo è il succo. Ci meravigliamo che sia la scienza a non voler ‘dialogare’ (cioè scendere a patti, confondere i campi) con la fede?
«Per accostarsi al pensiero di chi non la pensa come noi è necessaria una vera serenità di giudizio senza la quale non vi è né confronto né dialogo e quindi si diventa intolleranti».
Di nuovo una lezione di tolleranza da chi tollerante non è. In pratica parla della chiesa.
Il cardinale Ersilio Tonini: «Il Papa ha fatto bene ad annullare la visita, non ha accettato la sfida con chi non lo voleva. È una grande amarezza per tutti, per chi crede e anche per chi non crede».
Che sfida? Vai e parla, accetta che ci sia gente che non ti vuole e punto. ‘Grande amarezza’ per chi non crede? Ah, questa mania di parlare per tutti..
Il teologo don Bruno Forte: «È democrazia quella in cui una minoranza rumorosa riesce ad imporre a tutti gli altri la propria intolleranza verso le idee altrui?».
Di nuovo: il papa ha scelto da solo, perché far fare a dei manifestanti ciò che non hanno fatto, se non per tirare l’acqua al proprio mulino?
«Fa veramente tanta paura un Papa che invita a usare la ragione, dà argomenti per pensare ed è pronto a dialogare con tutti sulla base del rispetto?».
Cosa? Messaggio di comodo: il papa non invita affatto ad usare la ragione, se non iscritta in ‘una ragionevolezza più grande’ (come vedremo dopo). Il papa non da argomenti per pensare, ma per credere, attraverso un catechismo precoce, dogmi, comandamenti, e TdC. Il papa non è pronto a dialogare con tutti, visto che si crede infallibile e l’unica via fra tutte, nega diritti a donne omosessuali e famiglie di fatto, demonizza di continuo gli atei e non considera proprio gli umanisti.. Altro che ‘rispetto’!!!
Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria: «Non escludo, come dicono alcuni giornali, che ci siano gruppi satanici tra questi studenti… come gruppi di atei che hanno come slogan ‘Odio la Chiesa’, ‘Ammazziamo Cristo’ (…) cari amici, non facciamoci illusioni. Satana è dappertutto, anche nelle università, non mi meraviglia che ci siano dei professori cornuti, con tanto di tridente e coda (…) Dietro questi personaggi c’è sempre il maligno. State tranquilli che è così, non mi posso sbagliare su certe cose… perché non si spiega… se tu vai lì e li spruzzi di acqua santa esce fuori il fuoco, fumano».
E buonanotte alla tolleranza e alla razionalità..! 😀
Ma si può credere – e annunciare – tante str*nzate?? ‘Ammazziamo cristo’?????? Professori con la coda??? Li spruzzi di acqua santa e fumano???? E quali giornali prego????
Eh già.. perché non si spiega..
Davvero gente, non fatevi illusioni. Coraggio, non fatevi illusioni!!!
Avvenire: «Una giornata ‘nera’ (…) per quei docenti (…) che non sono riusciti a dare una sia pur minima adeguata motivazione alla loro insofferenza ideologica».
What? Siete voi a non aver capito, eppure si poteva.. Notare la parola ‘ideologica’ che rimanda a rigidità e vuoto di contenuto, falso.
«Nera per la Sapienza (…): l’immagine di intolleranza che ha dato di sé non può che comprometterne ulteriormente il prestigio».
Paventa una situazione e un pericolo da verificare!
«Nera per tutto il nostro Paese, che continua ad offrire al mondo un’immagine negativa di sé, aggiungendo alle sue tante pecche quella dell’incapacità di porsi in libero ascolto di una delle poche voci, come quella del Papa, capaci oggi di creare cultura (perché è proprietà della cultura vera e viva attivare dibattiti, polemiche, approfondimenti, confronti di intelligenze, come appunto sistematicamente fanno le prese di posizione di Benedetto XVI)».
Se l’Italia ha questa visione è anche per merito (inverso) della chiesa e delle sue idee primitive, morale monca, scarso esempio, incapacità di insegnare. Il ‘libero ascolto’ non è il problema (ma lo scambio di soggetto è voluto): il problema è il papa all’apertura dell’anno in una università statale. Ma Napolitano no??
Il papa crea cultura perché crea polemiche e approfondimenti? Beh, ma questo vuol dire essere fuori dalla cultura e lasciarla fare agli altri.. ed è tutta lì l’opera Ratzinger? Che lapsus! 😀
«Soprattutto una giornata nera per la laicità, e per la laicità italiana in particolare, che ha rivelato tutta la sua debolezza intrinseca, tutta la sua fragilità».
Suo punto di vista.
«L’espressione ‘sana laicità’ appartiene da tempo al linguaggio della Chiesa ed è stata a volte oggetto di incomprensione, se non di irrisione: ma mai come oggi essa appare in tutta la sua immediata evidenza. È ‘sana’ la laicità, che resta fedele ai propri fondamenti: il buon uso della ragione, il dialogo, la rinuncia ad ogni sopraffazione e intimidazione intellettuale, il rispetto per i diritti umani fondamentali e in particolare per la libertà religiosa».
Un grande comico, nè? Da un’immagine irreale della chiesa, ma parlare è facile, poi i fatti negano.
La sana laicità non esiste, esiste la laicità e la laicità secondo la chiesa, che è pretesa di entrare ovunque e intromettersi a piacere.
L’Osservatore Romano: «Dubitiamo però che Cini chiederebbe a un rappresentante religioso musulmano di pronunziare un mea culpa per la persecuzione di Averroè prima di mettere piede alla Sapienza. Siamo anzi certi che lo accoglierebbe a braccia aperte in nome dei principi del dialogo e della tolleranza. L’opposizione alla visita del Papa non è quindi motivata da un principio astratto e tradizionale di laicità. L’opposizione è di carattere ideologico e ha come bersaglio specifico Benedetto XVI».
Grande indagine giornalistica! O leggono il pensiero? Quel ‘quindi’ è completamente fuori posto: da delle mere supposizioni non consegue con sicurezza un bel niente, figuriamoci ideologie e bersagli. Ma fa così comodo parlarne..
«Essi gli rimproverano di aver ripreso (…) una frase del filosofo della scienza Paul Feyerabend: ‘All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto’. Non si sono preoccupati però di leggere per intero e attentamente quel discorso. (…) Queste citazioni non venivano usate dal cardinale Ratzinger per cercare rivalse e imbastire giustificazioni: ‘Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità’. (…) In altri termini, il discorso del 1990 può ben essere considerato, per chi lo legga con un minimo di attenzione, come una difesa della razionalità galileiana contro lo scetticismo e il relativismo della cultura postmoderna. (…) Un docente dovrebbe considerare come una sconfitta professionale l’aver trasmesso un simile modello di lettura disattenta, superficiale (…) Né c’entra la laicità (visto che) non hanno mai speso una sola parola contro l’integralismo islamico o contro la negazione della Shoah».
Uao. Che sciocchezze. Dunque, a una prima occhiata il discorso di Ratzinger del 1990 è come suo solito un fine lavoro di ambiguità. Ma mettendo insieme i pezzi il senso è chiaro:
La scienza deve avere dei limiti. L’esempio è Galileo, considerato un mito dall’illuminismo per la sua libertà di scienziato e invece, guarda un po’, Feyerabend ci dice che la sua sentenza (il ‘limite’ ecclesiastico) fu più ‘razionale e giusta’ di lui, e addirittura Weizsacker ipotizza una linea diretta fra lui e l’atomica. Potremmo dunque dire che la chiesa aveva ragione su Galileo (appunto quello che criticano i professori!), ma suvvia, sorvoliamo, non siamo risentiti se ci dite che sbagliammo: qui basti notare che la fede è con la ragione eccome, ma giustamente la inscrive (cioè limita) in una ‘una ragionevolezza più grande’.
Semmai dunque la facile frase sulla ‘frettolosa apologetica’ mi sembra ipocrisia, e il fatto che oggi si punti su quello per difendere il pezzo mi sa di.. frettolosa apologetica! 😛
Perciò altro che ‘non si sono preoccupati di leggere’ e ‘sconfitta professionale’, i prof hanno ragione!!!
Inoltre occhio: ‘ragione’ e ‘ragionevolezza’ non sono usate a caso, ma non sono la stessa cosa: una ipotesi (dio, per esempio) può essere ragionevole/possibile ma non poggiare su basi razionali, e proprio non vero alla fine di verifica.
E la laicità c’entra, piuttosto non c’entra la frecciatina su islam ed ebraismo, completamente fuori contesto.
«La minaccia contro il Papa è un evento drammatico, culturalmente e civilmente».
Nessuna minaccia, come abbiamo visto. Perciò nessun ‘evento drammatico’, se non nella testa di chi se lo immagina.
*
Quel che a mio avviso è più grave e significativo è che non si tratta di semplice contrapposizione di opinioni. Non si è trattato di uno scambio equo: la radicalità della critica, la ferocia istintiva, il disinteresse per le motivazioni dell’altro e la distorsione dei fatti a proprio vantaggio sono tutti indicatori di intolleranza e censura, proprio ciò che si rinfaccia ai laici manifestanti!
Perché? Beh, mi pare di leggerci almeno questi elementi: politicamente in parte per viscida apparenza in vista dei voti, da credenti invece per scarsa laicità e intimo desiderio di teocrazia, senso di pericolo per il proprio potere e la diffusione della propria fede, sgomento per la sempre inaccettabile esistenza di non credenti e non inginocchiantisi in una società considerata propria e univocamente e incriticabilmente cattolica, e paura di affrontare le motivazioni lanciate contro un certo modo di fare religione, oggigiorno crescenti e in grado nel complesso di erodere la fede e proporre alternative, o quanto meno il dubbio.
Conclusione: un successo per il papa (il cui discorso ha così avuto più eco, e ha già rimediato un altro invito), la chiesa, la combriccola di politici e intellettuali baciapile? Certamente sì. All’interno del loro circolo, quest’episodio avrà rafforzato i pregiudizi e le agende nei ‘soliti sospetti’.
Ma è stato un successo anche per la parte laica – realmente laica (e non suoni pleonasmo) – dei credenti e non credenti che hanno approvato la ‘resistenza’ e non sono cascati nella rete.
Questo evento ha dichiarato con forza il disagio per una certa chiesa invadente e la disponibilità e la voglia di una protesta pubblica, rafforzando il nostro senso di unità e presenza come gruppo, deciso e sempre più folto.
Un altro ‘vantaggio collaterale’ è dato dal fatto che, una volta invitato il papa a parlare e contestato direttamente in futuro, una voce che si levasse per parlare di scorrettezza si esporrebbe al titolo di intollerante (della serie: stavolta parlare ha parlato, ora se permetti..).
Infine, cosa di importanza capitale, ci ha permesso ancora una volta di evidenziare trucchi di comunicazione e propaganda: fare questo ci mette sempre più in grado di formarci una opinione obiettiva, autonoma e veritiera, e al contempo di identificare – e giudicare – chi usa ancora questi metodi ‘sporchi’ per convincere la gente.